Edison, Passera «piega» Edf Edipower resterà italiana

L’accordo per una Edipower tutta italiana e un conseguente passaggio di Edison a Edf è molto vicino. Il ministro dello Sviluppo e Infrastrutture, Corrado Passera, ha lavorato anche durante le festività natalizie a sbrogliare la matassa Edison. L’obiettivo resta uno solo: definire le valutazioni della controllata Edipower e del 30% di Foro Buonaparte che fa capo a Delmi (il veicolo partecipato tra gli altri da A2A, Iren e Sel). Già oggi si potrebbe definire un quadro di massima.
Far collimare i prezzi non sarà semplice. La base di partenza è rappresentata dall’accordo tra Edf e Alpiq per rilevare il 20% di Edipower a un prezzo compreso tra 150 e 200 milioni che comporterebbe una valutazione dell’intera società di gestione delle centrali elettriche compresa tra 750 milioni e un miliardo di euro. Ai quali si aggiungerebbe la totale presa in carico degli 1,1 miliardi di debito in scadenza il 31 dicembre e che verrà rifinanziato. Le risorse per l’investimento si otterrebbero dalla vendita del 30% di Edison in mano agli italiani che hanno chiesto un prezzo unitario compreso tra 0,88 e un euro per la loro quota.
Senza un accordo-quadro entro la fine dell’anno, partirebbe l’asta. Un gioco «al massacro» dove Fitch ha già emesso il primo verdetto tagliando a spazzatura il rating, ridotto da «BBB-» a «BB-». Un gioco che non conviene a nessuno perché gli italiani hanno già manifestato l’intenzione di partecipare. L’incontro di giovedì scorso tra il ministro Passera e il presidente di Edf, Henri Proglio, ha un po’ rasserenato gli animi, ma è chiaro che il gruppo transalpino non sia entusiasta delle opzioni che si stanno profilando: da un lato l’intesa profila una minusvalenza iniziale certa e la perdita di asset strategici come le nove centrali di Edipower. Dall’altro lato, una gara nella quale assicurarsi il premio in palio potrebbe equivalere a una vittoria di Pirro. Anche perché, come avevano messo in evidenza Rothschild e Goldman Sachs, advisor dei consiglieri indipendenti, Edison ha bisogno di nuova finanza per almeno un miliardo e più il tempo trascorre meno le prospettive appaiono certe.
In ogni caso, il superministro sta lavorando al raggiungimento di un’intesa che possa soddisfare (o per lo meno non scontentare troppo) entrambe le parti in causa e anche a Parigi stanno valutando l’opportunità di non tirare troppo la corda. Un’altra proroga alla scadenza del patto di sindacato di Transalpina di Energia (505 Edf e 50% Delmi), la controllante di Edison, sarà comunque necessaria. Per un duplice motivo: in primo luogo tutti gli accordi dovranno essre formalizzati e ciò richiederà tempo vista la numerosità degli attori in campo. In secondo luogo, una rilevanza fondamentale hanno i contratti di fornitura pluriennali del gas a Edison per le centrali di Edipower che necessiteranno di un negoziato.
Come detto, già oggi si potrebbe definire un’intesa di massima sulle linee guida dell’operazione per poi scendere nei dettagli e fissare i vari «paletti». Chi ha puntato in Borsa sul gioco al rialzo, però, nelle ultime due sedute non ci ha rimesso perché Edison ha guadagnato l’11% portandosi a 0,8315 euro.

Effetto anche dell’aumento del prezzo obiettivo effettuato da Intermonte (da 0,85 a 0,92 euro) che ha tuttavia mantenuto il rating neutral. L’asta al rialzo o un’eventuale Opa sono due prospettive alle quali il mercato ha dato credito. Oggi la prima risposta di Piazza Affari.

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