Edison, Romani cerca la via italiana

nostro inviato a Cernobbio

Il sentiero che conduce alla salvaguardia degli interessi italiani in Edison è molto stretto e tortuoso, ma il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, ha deciso di percorrerlo. Oggi il titolare del dicastero di via Veneto incontrerà a Milano il numero uno di Edf, Henri Proglio, per cercare un accordo che non penalizzi le prerogative italiane. Ieri a Cernobbio, però, il ministro ha iniziato a gettare le basi del lavoro odierno. Il punto cardine dell’iniziative è la costante di tutte le operazioni finanziarie italo-francesi: le imprese transalpine si avvantaggiano dello strapotere sul fronte interno, mentre nel nostro Paese anche i grandi player sono esposti a una fortissima concorrenza. «Edf ha una presenza sul mercato francese nella produzione di energia dell’84% ed Enel, che partiva da una situazione di monopolio, ha una presenza sul mercato del 28 per cento», ha dichiarato Romani, spiegando i contenuti del suo intervento al seminario. «Ho rappresentato un problema - ha aggiunto - ma ne voglio parlare con Proglio».
Se queste sono le premesse, le conseguenze sono automatiche: il governo non lascerà nulla di intentato affinché le attività di generazione elettrica restino in qualche modo italiane. Ciò significa che, al di là della scadenza del patto di sindacato prevista il 15 settembre, il focus ministeriale è concentrato su Edipower, la società, stimata 3 miliardi, che riunisce le centrali Edison ed è partecipata al 50% da Foro Buonaparte, al 20% da A2A e al 10% dalla multiutilty Iren. Guadagnare tempo con Proglio & C sul versante dei patti parasociali ha soprattutto lo scopo di raggruppare un nucleo di potenziali investitori disponibili a dirottare risorse verso questo dossier.
Ecco perché Romani ha dedicato gran parte del tempo passato a Cernobbio a una moral suasion nei confronti di coloro che potrebbero aiutarlo a sbloccare l’impasse. In primo luogo, ha parlato con l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, che a sua volta aveva interloquito con il suo omologo di Edison, Bruno Lescoeur. Poi, ha incontrato il ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, e il direttore generale Gaetano Micchiché, capo dell’investment banking di Ca’ de Sass. «Può darsi che abbiamo parlato anche di Edison», si è limitato a far sapere Romani squarciando quel velo di segretezza che accompagna questo tipo di vertici. Un gesto con un suo particolare significato giacché sabato scorso Passera aveva negato l’esistenza di un dossier Edipower.
Romani, al termine del Workshop, ha pranzato con l’ad di Iren, Andrea Viero, già incontrato nei giorni scorsi. La società che riunisce, tra le altre, le multiutility di Genova, Torino e Parma, aveva reso noto di non essere disponibile a indebitarsi per partecipare all’acquisizione di Edipower. Ma, tra una portata e l’altra, il ministro ha fatto presente al manager che l’Italia non può permettersi un altro caso Parmalat. Iren, comunque, valuterà le opzioni tenendo presente la sostenibilità finanziaria di un eventuale intervento.


In ogni caso, alcune indiscrezioni indicano l’utility romana Acea tra i possibili attori coinvolti in un eventuale spacchettamento di Edipower dal perimetro di Edison. L’incontro di oggi sarà decisivo in questo senso: se Edf concederà tempo alla controparte italiana, vorrà sicuramente qualcosa in cambio.

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