
Il campo di battaglia del futuro si chiama Intelligenza Artificiale, e sta ridefinendo gli equilibri di potere con un nuovo, cruciale duello tra i titani USA e Cina. Da un lato, il modello americano punta tutto sull'innovazione privata e la libertà creativa, guidato dai colossi della Silicon Valley; dall'altro, la Cina risponde con una strategia centralizzata, che fonde dati, Stato e controllo in un unico, imponente blocco.
Non si tratta di una semplice gara tecnologica, ma di una vera e propria guerra di visioni che ridefinirà il potere globale e il futuro dell'umanità. In questo scenario, che ruolo spetta all'Europa: quello di spettatore silente o di arbitro influente? A confrontarsi su queste dinamiche durante l'evento "La nuova rivoluzione industriale", moderati da Stefano Zurlo, sono state figure di primo piano del panorama strategico e digitale italiano, tra cui: Danilo Gismondi, Direttore IT e Digital Transformation Officer di Autostrade per l’Italia; Luca Luciani, AD e Direttore Generale del Gruppo Telepass; Nicola Rossi, Head of Innovation di Enel; e Francesco Salerni, Direttore Strategia, Digitale e Sostenibilità di Terna S.p.A.
"Dobbiamo mettere delle briglie creando delle governance per analizzare linee strategiche, per identificare i rischi e strutturare l’azienda con delle policy e monitorare il modo inc un usiamo lo strumento. Creare gli argini dove serve, investire dove ci sono le opportunità", ha dichiarato Rossi. "Inquadrare il tema a due livelli. L’Ai Act è risk based ed è la differenza con gli USA e Cina e ci permette di inquadrare il tema con un approccio trasparente.Alsdecondolivellodobbiamoi recepire direttive e regolamenti cercando di usare i guardrail e andare a inquadrare tutti gli sviluppi all’interno di questi per non sconfinare nei rischi. Non bisogna trascurare la potenza al servizio di quello che ci offre: l’azienda sana è quella che sa porre i guardrail in modo etico e utile, andare a implementare un algoritmo di ai che fa porre in essere decisioni automatizzate", è l'analisi di Gismondi. "Non credo che l’AI vada vista come una tecnologia che sostituisca l’uomo ma lo supporta nello svolgere alcune attività e cose complesse. Formare una classe di lavori in grado di usare gli strumenti e valutare con la sua intelligenza quegli output, di conoscere ed effettuare quel livello di verifica e controllo. La complessità deriva da alcune trasformazioni che lo stanno interessando: transizione energetica, cambiamento climatico e transizione tecnologica", ha aggiunto Rossi.
"Telepass transa un controvalore di 10miliardi di euro l’anno. Su queste fa un fatturato di 500milioni e fa un margine di circa il 50% e oggi ha 500 persone. Quindi fa un milione di fatturato a persona. Significa che essendo piattaforma, la parte di lavoro umano tende a essere marginale: non è una magia di Telepass, è il mondo che va così. Parliamo di cose così scalabili che l’effetto sarà mostruoso. Quando vado a vedere la struttura dei costi, i servizi di customer care spenderemmo 40milioni, questo l a macchina tende a sostituirlo. Non ci sono clienti disposti a spendere di più per chiamate umane: il mondo paga un premium elevato per il lusso. tutto ciò che sono servizi di base, dove c’è la dematerializzione hanno una bassissima propensione alla spesa", ha spiegato Salerno facendo un quadro sul presente e futuro. "La verità è nel mezzo. La pizza, il panino qualcuno lo trasporta.Il data center qualcuno lo deve costruire: c’è una riqualificazione dei lavoro del futuro che vediamo domani. Ci saranno mestieri che scompariranno, altri che cresceranno.
Sta alle aziende, alle istituzioni capire questo switch. L’AI è una tecnologia dirompente però non saremmo tutti disoccupati, ci reinventeremo nuove professioni, c’è un cambio di lavoratori specializzati", ha aggiunto Gismondi.