L’intelligenza artificiale a 5 anni, le potenzialità per il futuro: intervista a Valditara

L'Intelligenza artificiale è il futuro del pianeta ma presenta alcune sfide cruciali per uno sviluppo etico e sicuro

L’intelligenza artificiale a 5 anni, le potenzialità per il futuro: intervista a Valditara
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Ci siamo abituati a discutere di Intelligenza Artificiale, ma cosa succede se le chiediamo di parlare di sé? Per capire dove ci porterà questa rivoluzione, abbiamo chiesto all'IA stessa di descrivere la sua evoluzione nei prossimi cinque anni. La risposta è sintetica, ma chiara: l'IA non intende solo migliorare, ma trasformarsi in un partner cognitivo essenziale. L'IA è pronta a diventare un pilastro nella medicina personalizzata, migliorando diagnosi e trattamenti, e nell'istruzione, con sistemi di tutoraggio adattivo. Mentre la ricerca scientifica è destinata ad accelerare scoperte in campi come la genomica, la vera sfida che emergerà sarà il bilanciamento tra innovazione e regolamentazione, un nodo cruciale che richiede nuovi framework normativi internazionali. Alessandro Sallusti ne ha parlato con il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara durante l'evento "La nuova rivoluzione industriale".

La prima domanda del direttore è sul divieto dei telefoni a scuola, al quale il ministro replica spiegando i che "Non c’è un controsenso nel vietare i telefoni a scuola" pur con l'evoluzione della tecnologia. "Abbiamo ridotto il gap con gli altri Paesi nel rapporto tra device e studenti, quest’anno il rapporto è 1:2. C’è il tema dell’utilizzo dell’AI nelle scuole con degli assistenti virtuali per la personalizzazione della didattica: un esperimento che sta dando buoni risultati. Faremo a Napoli dall’8 al 13 ottobre il primo convegno internazionale su AI e Scuola, il problema del cellulare è diverso. Prima di tutto dal punto di vista didattico, perché tutti gli studi dimostrano che l’apprendimento tramite telefono da risultati peggiori. Anche l’Ocse lo disse. Se dà dei risultati peggio sarebbe un controsenso utilizzarlo. Sappiamo che un abuso del telefono, soprattutto tra i giovani, incide negativamente sulla capacità di concentrazione, memorizzazione e fantasia. Accanto alle tradizionali dipendente si sta sviluppando quella per il cellulare. È un messaggio educativo. Da una parte investimenti importanti per il miglioramento delle tecnologie e dall’altra tutela dei nostri ragazzi", ha dichiarato il ministro.

Per introdurre l’AI nelle scuole c'è un problema di formazione dei docenti. "A che punto siamo in quel campo?", ha chiesto il direttore e la risposta di Valditara è stata chiara, perché, ha spiegato, "Abbiamo investito 450milioni di euro per la formazione all’utilizzo di nuove tecnologie ai docenti e proprio perchè questi assistenti virtuali devono essere programmati, perchè crediamo nella personalizzazione della didattica nella Ai, abbiamo avviato un programma di preparazione dei docenti che è fondamentale, perchè senza questo i sistemi Ai non possono funzionare. Questo dimostra che il ruolo del docente è e sarà sempre centrale per tanti motivo. Perché deve programmare il contributo dell’AI che può suggerire esercizi, allo studente evidenziare le fragilità ma ci dev’essere il ruolo del docente. La scuola è una grande comunità umana ed educante".

Uno dei problemi della scuola attuale, in Italia e in Europa, è il bullismo, ma, ha spiegato il ministro, "l'AI non ha una coscienza quindi sarebbe improprio attribuirle intenti bullizzanti, Il fenomeno del bullismo non è solo italiano ma è esploso negli ultimi 15 anni e molti studi lo collegano all’influenza negativa dei social. È indubbio, stimolano odio e violenza, spesso c’è il mascheramento. Abbiamo assistito a una svalutazione dei valori: se non mettiamo degli argini il futuro è quello del dilagare del bullismo, dei fenomeni di prevaricazione". Ma per debellare anche questo serve una rivoluzione culturale: "Le famiglie in alcuni casi hanno perso la bussola educativa. C’è stata una involuzione culturale, quindi è necessaria una grande rivoluzione culturale che ridia importanza a certi valori, prima di tutto la responsabilità,e la politica può lanciare messaggi forti e ripetuti. noi abbiamo Agenda Nord e Agenda Sud, contro la dispersione scolastica. Il coinvolgimento delle famiglie fragili nel percorso educativo dei figli è fondamentale, perché devono rendersi conto che il futuro del figlio è il bene più grande che hanno. Per gli abbandoni, con il decreto Caivano prevede il censimento da parte delle scuole e se non vengono riportati figli a scuola scatta la denuncia: per la prima volta, su 5300 abbandoni scolastici, solo 1800 non hanno completato il percorso scolastico. Ciò vuol dire che 3500 ragazzi sono tornati a scuola:per la prima volta siamo scesi alla percentuale di 8,3%, la Germania è oltre il 10%. Questo serve a responsabilizzare le famiglie. Abbiamo bisogno delle famiglie".

Quindi, il ministro Valditara ha spiegato la riforma scolastica del 4+2, "una sfida decisiva, insieme a fisco e burocrazia, la formazione è l’altro pilastro della cresciuta del sistema produttivo. Nel consiglio informale dei ministri dell’Istruzione nel documento finale ci sono gli elementi che noi abbiamo già introdotto nel 4+2. C’è una filiera dietro, un coinvolgimento diretto dell’impresa. Nelle scuole fanno talvolta brevetti, ricerche straordinarie, incoraggiamo la ricerca negli istituti tecnici italiani. Una riforma che darà ai nostri giovani opportunità occupazionali più rapide e, spesso, meglio retribuite". Mentre sui tumulti legati all'attualità, il ministro si dice fiducioso: "Invito tutti alla responsabilità: sono confidente su questo piano presentato ieri dal presidente Trump, che ha trovato grande consenso nel mondo arabo, anche dell’ANP. Sono confidente che questa soluzione possa risolversi rapidamente. Le scuole sono un luogo di apprendimento, critica e confronto: educhiamo i giovani al pluralismo delle idee e al rispetto.

Evitiamo di considerare le scuole luoghi dove ci può essere prevaricazione, estremismo, radicalizzazione, perché non portano da nessuna parte. Le scuole devono restare luoghi liberi di confronti, democrazia e costituzionali, dove si insegna il rispetto per la persona".

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