
Un ordine del giorno per chiedere al sindaco di fare pressing sul governo per rendere obbligatoria nel sistema scolastico nazionale l'educazione alla sessualità e all'affettività e a promuovere - "in attesa di una normativa nazionale" - delle iniziative in città con scuole, centri antiviolenza, operatori sanitari e associazioni certificate per "colmare il vuoto". La prima firmataria è la consigliera Pd e presidente della Commissioni Pari opportunità Diana De Marchi e l'hanno sottoscritta diversi consiglieri della maggioranza. É in calendario da un po' ma è tornata alla ribalta ieri nella Commissione sulle "Campagne e azioni a contrasto della pedopornografia" a cui hanno partecipato anche la coordinatrice lombarda di Telefono Azurro Raffaella Pipitone e le referenti di Save The Children Italia Michela Lonardi e Valentina Polizzi. L'odg era nato in particolare in risposta all'emergenza famminicidi e violenze di genere. Parte dal presupposto che l'Italia "è tra i pochi Paesi europei, con Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania, a non prevedere l'educazione sessuale come materia obbligatoria nella scuole", risulta quindi "frammentaria, approssimativa e disomogenea sul territorio, costringendo la maggior parte degli adolescenti a informarsi su internet, con tutti i rischi annessi tra cui il precoce e inconsapevole contatto con la pornografia". Il Pd chiede al Parlamento di approvare una legge che la renda obbbligatoria nelle scuole "di ogni ordine e grado". In Commissione ieri De Marchi ha ribadito: "Chiediamo che Milano si faccia promotrice, anche qui abbiamo scuole di serie A che attivano i corsi e di serie B che non lo fanno o un anno sì e uno nno. Basta tabù nelle scuole". Secondo il report presentato da Save the Children l'Italia "è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei" e ad essere coinvolti nei corsi sono i ragazzi dai 14 anni in su, in Francia, Germania o Svezia ci sono corsi obbligatori a partire dai 6 anni, in Portogallo a 5, in Olanda addirittura per bimbi di 4 anni. Ma sempre il report nazionale sull'affettività e la sessualità tra gli adolescenti realizzato da Save the Children sentendo 800 ragazzi tra i 14 e i 18 anni e 400 genitori con figli della stessa età fa emergere come le resistenze tra le famiglie siano ancora forti: il 68% ritiene che i bambini della scuola primaria siano "troppo piccoli per ricevere un'educazione sessuale", il 49% poi "teme che l'educazione sessuale possa incoraggiare i giovani a fare esperienze", il 37% infine pensa che possa "andare contro i valori culturali e religiosi di molte famiglie". L'associazione pone inoltre l'attenzione sulle risposte dei giovani sul tema della pornografia. Il 17% si dice molto o abbastanza d'accordo con la dichiarazione: "Autoprodurre materiale porno mi aiuta a soddisfare economicamente alcuni dei miei bisogni". Secondo l'associazione, una quota minore lo fa anche per i bisogni familiari.
E per il 22% "è usuale condividere contenuti intimi (foto/video) con lo smartphone". Secondo il 26% la pornografia "aiuta a capire meglio la sessualità". Per quanto riguarda le relazioni intime on line, il 28% ha scambiato foto e video intimi con il partner o con persone verso le quali aveva un interesse, al 20% degli adolescenti è capitato che il o la partner chiedesse con insistenza di inviare foto e video intimi.
Pipitone ricorda o che Telefono Azzurro da maggio è diventato ente accreditato dal governo per le segnalazioni di contenuti illeciti pedopornografici in rete, in un mese e mezzo "abbiamo ricevuto oltre 300 segnalazioni, il 90% pertinenti e di categoria A", la più grave, "riguardavano la fascia di età 7-10 anni".