da Milano
«Lamico Capra» (Renzo Capra, presidente di Asm Brescia, ndr) vara un riacquisto di azioni durante le trattative sui concambi per la fusione con Aem Milano? «Correttezza vuole che non si facciano operazioni straordinarie in questa fase - commenta sorridente Giuliano Zuccoli, presidente di Aem, quando durante la presentazione del bilancio 2006 gli chiedono del suo piano industriale - penso che nell'attuale situazione le bocce debbano restare ferme». E «lamico Capra» sta movimentando anche in queste ore le trattative con i milanesi. Stando a indiscrezioni di fonte bresciana, peraltro non confermate, il suo mandato sarebbe in scadenza e il sindaco di Brescia, Paolo Corsini, gli avrebbe offerto una riconferma per 7-8 mesi, giusto per arrivare al closing della fusione con i milanesi. Poi, con la nuova società si sarebbero ridistribuite la cariche. E che fa Capra? Chiede una riconferma per tre anni, sparigliando le carte sul tavolo. Perchè ora cè chi si domanda (forse un po sospettosamente) se per caso non si stia posizionando in vista di un fallimento della fusione (e non solo, comè ovvio, per consolidare la sua poltrona).
Ma torniamo a Zuccoli, che ieri ha presentato i conti 2006: il risultato operativo lordo è cresciuto del 95% sul 2005 a 1,4 miliardi, lutile netto è salito del 25% a 302 milioni, il dividendo passa da 6 a 7 centesimi. «Il 2006 è stato lanno della svolta perchè abbiamo consolidato la posizione in Edison - ha sottolineato - gli altri temevano sarebbe stato un boccone troppo grosso e invece abbiamo avuto ragione noi: siamo cresciuti, mentre lindebitamento è sceso a 4,9 miliardi, in calo di 801 milioni sul dicembre 2005. Il leverage è passato da 1.55 a 1.17». Per intanto le trattative con Brescia vanno avanti: «Il mercato fa il tifo per la fusione e ha premiato i due titoli, ma ora è finito il nostro ruolo - ha detto Zuccoli - la parola passa ai sindaci di Milano e Brescia».
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