Effetto stampella, l’Svp ora passa all’incasso

da Milano

Povero Professore! Dopo la «questione settentrionale», esplosa in tutta la sua innegabile realtà dopo il responso elettorale, ora deve misurarsi anche con la «questione altoatesina», generata dal mal di pancia del gruppo «Per le Autonomie» in generale e dalla Südtirol Volkspartei in particolare. Va così, il governo procede di «questione in questione».
«Adesso vediamo, non è ancora deciso come si voterà. Penso che voteremo in conformità tutti quanti e in accordo anche con il partito, ma vanno considerate le nostre richieste», andava dicendo mercoledì pomeriggio il presidente del gruppo delle Autonomie (una decina di senatori) Oscar Peterlini. Mossa vincente, ma soprattutto un assist ai due senatori Svp: Manfred Pinzger e Helga Thaler-Ausserhofer, pronti a votare contro il governo e quindi, molto probabilmente, a mandarlo a casa.
Il gioco dei numeri s’è fatto via via drammatico. A quel punto le rassicurazioni di Padoa-Schioppa non erano vera garanzia per la tenuta della maggioranza. Occorreva, e subito, l’intervento del Professore, impegnato in Germania per il G8. Infatti è da lassù che partono le telefonate decisive. Risultato: il governo è salvo in cambio di qualche sconto - ad esempio - sulle accise della benzina.
Voto di scambio? No, secondo la signora Thaler-Ausserhofer che s’indigna e si stupisce d’aver letto da qualche parte «che la mia critica alla politica fiscale del governo, condivisa dai miei colleghi senatori della Svp, sarebbe volta all’ottenimento di fantomatiche agevolazioni per i cittadini della Provincia autonoma di Bolzano. Insomma, si configurerebbe una sorta di voto si scambio. Sono, da sempre, personalmente estranea a questa logica».
Gentile senatrice, può smentire di aver dichiarato, a poche ore dal voto sul caso-Visco: «Pronta a votare contro la maggioranza a meno che non riceva un ordine indiscutibile dal mio partito e che, in replica, non ci sia una chiara risposta del governo ai problemi da me sollevati»? Che cos’è, come vogliamo chiamarlo? Per tutti i cittadini si chiama «voto di scambio». Che poi la pressione fiscale del governo Prodi sia insostenibile, punitiva, in taluni casi vergognosa, è un dato di fatto che non scopre certo il partito della signora Thaler.
C’è di più. Ieri pomeriggio le agenzie di stampa hanno battuto una notizia secondo la quale proprio la senatrice Svp annuncia gaudium magnum: «Tra martedì e mercoledì l’incontro con Padoa-Schioppa. Rassicurazioni anche da Romano Prodi». Coincidenza? Mercoledì sera il voto, martedì prossimo lo scambio. Di coincidenze, tuttavia, per quanto riguarda il gruppo delle Autonomie in occasione delle votazioni al Senato, ce ne sono più d’una anche se poi, voto di scambio o no, la maggioranza tiene. Vogliamo ricordare il voto sulla missione in Afghanistan? Oppure quello sulla elezione del presidente di Palazzo Madama?
Lo sanno bene sia il presidente del Consiglio sia il ministro dell’Economia.

Dieci senatori non si possono snobbare: sarebbe un suicidio. Del resto, chi ha seguito il dibattito in aula, sa perfettamente che la richiesta degli altoatesini non aveva niente a che fare con l’ordine del giorno: il caso Visco, appunto.

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