I diabetici nel mondo sono oltre 180 milioni e il loro numero sembra destinato a raddoppiare entro il 2025. L'80 per cento di questi casi è rappresentato dal diabete di tipo 2: sono 33 milioni le persone colpite nella sola Europa e 3 milioni quelle in Italia, con una previsione di aumento che potrà arrivare a 5 milioni nel 2025. Tra questi pazienti gli eventi cardiovascolari, infarto del miocardio e ictus, correlati ad aterosclerosi sono tra le cause principali di morte e invalidità. Importanti i risultati dello studio, Periscope, presentati allAmerican College of Cardiology tenutosi a Chicago lo scorso marzo e pubblicati sulla rivista scientifica Journal of the American Medical Association, che suggeriscono nuove prospettive di trattamento.
Secondo lo studio, condotto in 97 centri fra gli Usa, il Canada e l'America Latina, che ha valutato lefficacia del trattamento con pioglitazone a confronto della glimepiride, per 18 mesi, in 543 pazienti con diabete di tipo 2, emergerebbe una differenza statisticamente significativa tra i due farmaci sulla variazione percentuale del volume dell'ateroma dell'arteria coronaria (la pericolosa placca che si forma sulle pareti delle arterie, espressione dellaterosclerosi): i pazienti trattati con glimepiride (farmaco antidiabetico sulfanilurea) hanno manifestato una progressione dell'aterosclerosi coronarica mentre, al contrario, quelli trattati con pioglitazone non hanno presentato alcuna progressione dell'aterosclerosi coronarica nell'arco dei 18 mesi. La mortalità per infarto del miocardio non fatale o ictus è stata di 6 nei pazienti trattati con climepiride e di 5 in quelli trattati con pioglitazone. «I risultati dello studio Periscope sono il frutto di analisi fondamentali che dimostrano lefficacia di pioglitazone, in aggiunta al controllo glicemico. Questo farmaco ha dimostrato inoltre di rallentare favorevolmente lo sviluppo dell'aterosclerosi coronaria, il processo responsabile di morte prematura nell'80 per cento di pazienti con diabete di tipo 2», commenta Mark Kearney, professore di cardiologia all'Università di Leeds del Regno Unito. Questo studio va ad aggiungersi all'insieme di dati cardiovascolari già a disposizione su pioglitazone. Le ricerche sul farmaco del colosso giapponese Takeda, prima società farmaceutica giapponese e tra le prime al mondo, arrivano contemporaneamente alla acquisizione, avvenuta nei giorni scorsi, della statunitense Millenium Pharmaceutical per 8,8 miliardi di dollari.
Sono ricerche di grande interesse, effettuate nellarco degli ultimi dieci anni in numerosi Paesi, su più di 16.
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