Effusioni e giocattoli hard In aula il lato sexy di Amanda Nelle deposizioni delle amiche della vittima, la studentessa americana dipinta come una «persona impazzita». E con un vibratore nel beauty-case

MilanoFredda, strana, sensuale: in questura, poche ore dopo il ritrovamento del corpo di Meredith, Amanda accavallava le gambe quasi fosse sul set di un film erotico. È il ritratto, quasi lo stereotipo, di una donna leggera e capricciosa, quello che emerge in aula, al processo di Perugia, dal racconto delle amiche inglesi della vittima. La giovane americana non conosceva limiti e il suo kit di seduttrice passava anche attraverso un vibratore contenuto, insieme ad alcune confezioni di preservativi, nel suo beauty case. Lei, la protagonista, prende la parola per ridimensionare: «Era il regalo di un’amica. Un coniglio rosa».
Ma il disegno che viene consegnato alla corte d’assise da Amy Frost non può essere cancellato tanto facilmente. Amy torna alle ore concitate del 2 novembre 2007, alla scoperta del corpo di Metz: «Amanda ridacchiava. Faceva le linguacce e strane mosse con gli occhi». Non solo: «Aveva messo le sue gambe sopra quelle di Raffaele». Insomma, tentava ancora di affascinare il fidanzato, ma il quadro d’insieme è davvero sconcertante: «Era così strana che mi ricordo pensai che il suo comportamento era quello di una persona impazzita».
Dopo Amy, tocca a Sophie Purton: «Quando arrivai, andai ad abbracciare Amanda ma le sue braccia rimasero lungo il corpo». Immobile come una statua». E sopra le righe, anche nel modo di parlare: «Mi disse: dimmi cosa vuoi sapere, io so tutto. Il corpo di Meredith era stato trovato nell’armadio, sotto una coperta. Un piede penzolava fuori». Un’altra confidenza, da brivido, viene riferita da Natalie Hayward; Amanda le sussurrò: «Le hanno tagliato la gola, dev’essere morta lentamente».
E a una quarta amica, Carmel Butterworth, Amanda, quasi orgogliosa, aveva aggiunto: «L’ho trovata io». È Carmel a completare quel profilo così piccante e disinibito: a casa Knox c’era un beauty case, dentro un vibratore e dei preservativi. Lei non aveva voluto curiosare nella borsa ma altri non avevano resistito alla tentazione.
Amanda sfrontata. Amanda senza freni. Amanda irresistibile amatrice. Amanda gelida e bellissima. Sembra di essere in un feuilleton infarcito di luoghi comuni, ma questa è l’Amanda che restituiscono i testimoni della giornata: anche davanti ai poliziotti si baciava con Raffaele. I due imputati ascoltano, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. Poi Amanda, capelli sciolti e golf blu, prende la parola. E in un buon italiano prova a correggere quel che ha appena sentito: «Sono innocente, ho fiducia che tutto verrà fuori e si sistemerà». Anche il vibratore può trovare un suo perché, banale e incolore: «Il vibratore esiste ma è uno scherzo, un regalo di una mia amica, un coniglio rosa di queste dimensioni». E con il pollice e l’indice fa intuire un aggeggio di circa 10 centimetri. «Volevo dire - ribadisce - che sono innocente».
In aula, però, i testimoni rafforzano l’accusa. I rapporti fra l’inglese e l’americana non erano buoni: «Meredith - rivela Amy Frost - era irritata dagli atteggiamenti di Amanda, soprattutto riguardo ai lavori domestici». E Sophie Purton smonta, indirettamente, anche la disperata difesa di Rudy Guede, già condannato col rito abbreviato a trent’anni: Guede ha sempre sostenuto di avere un appuntamento quella sera con Meredith.

Ma la giovane, l’ultima ad averla vista viva la sera del 1° novembre, non crede a quella versione: «Quando ci lasciammo, nei pressi della sua abitazione, lei mi disse che era stanca e di non avere appuntamenti con nessuno».

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