Elías Nieves Castillo

Messicano e figlio di un modesto agricoltore, nacque nel 1882. Il padre, ottenuto un posto di corriere postale, si trasferì in città ed Elías potè studiare in seminario. Aveva tredici anni quando il padre fu ucciso dai banditi. Con la madre si spostò allora in casa di uno zio prete, che gli pagò gli studi. Ma in capo a due settimane morirono lo zio e la madre. Lui andò a stare con la sorella sposata e trovò lavoro come contadino. Si ammalò di tubercolosi e la denutrizione gli procurò anche una malattia agli occhi. Potè tuttavia curarsi grazie a benefattori. Nel 1910 prese l’abito degli agostiniani e sei anni dopo fu finalmente sacerdote. Lo mandarono a fare il viceparroco in un paesino poverissimo, proprio negli anni in cui cominciava il movimento dei «cristeros». Con i confinanti Usa interessati al petrolio messicano, l’instabilità politica era all’ordine del giorno. I colpi di Stato si succedevano uno più radicale dell’altro. Finché, nel 1926, il governo laicista ordinò al clero rurale, per meglio controllarlo, di stabilirsi in città. Il padre Elías si nascose in una grotta (una vicenda simile è narrata nel film di John Ford La croce di fuoco, con Henry Fonda). Nel 1928 arrivarono i soldati e pretesero di accamparsi in chiesa. La gente si oppose e ne nacque una sparatoria. Vennero i rinforzi e la ribellione fu sedata. Il sacerdote, vestito da contadino, fu individuato e arrestato insieme ai due giovani fratelli Sierra che lo avevano ospitato. I prigionieri vennero avviati al comando di guarnigione.

Ma non ci arrivarono mai perché furono fucilati lungo la via.

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