da Milano
«Nina è una donna della Camorra. Dovrebbe essere schiva, stare in silenzio e obbedire ciecamente al fratello, un potente boss campano protettivo e gelosissimo. Invece s'innamora perdutamente di Carmine, un malavitoso alle prime armi, e non riesce più a tenere a freno la passione e la voglia di vivere». Elena Russo, lattrice che è stata tirata in ballo nelle intercettazioni tra il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà e Silvio Berlusconi, è tra le protagoniste della fiction Io non dimentico, il cui ruolo è mettere i bastoni tra le ruote ad Angela-Manuela Arcuri. «Ma Nina non è nemica di Angela - spiega -. Sa che è stata amata da Carmine e che lui non l'ha mai dimenticata. Per questo, più che altro, la teme». Un sentimento molto umano, in fondo, anche se Nina è cresciuta alla scuola dei «cattivi». «È un personaggio negativo, nessuno lo mette in dubbio, ma è complesso e affascinante. Non mi è mai capitato d'interpretare una camorrista prima d'ora, ma mi è piaciuto calarmi in una mentalità così estranea, lontana dalla mia, a maggior ragione perché la fiction è ambientata nell'Italia degli Anni 70».
Lei è napoletana come Nina. È stato un limite o un vantaggio?
«Un vantaggio. Giocare in casa mi ha spronato a dare il meglio di me. Certo, se penso alla camorra e alle altre piaghe della mia città, a cominciare dall'emergenza immondizia, mi viene da piangere...»
Lei ha fatto cinema, ma anche Tv, da Don Matteo a Orgoglio, al Maresciallo Rocca. Dov'è più contenta di lavorare?
«Cinema o Tv fa lo stesso, per me conta la storia che si racconta, la personalità dei protagonisti».
Il sogno nel cassetto?
«Quello di tutte le attrici, lavorare con i grandi registi, Tornatore, Faenza o Woody Allen».
Con un ruolo alla Principessa Sissi o alla Filomena Marturano? «I personaggi drammatici mi sono più congeniali, ma amo sperimentare e una commedia non mi dispiacerebbe. Oltretutto, è una stagione particolarmente favorevole per il genere, come al solito quando la politica va male, i cinema si riempiono».
Come ha imparato a recitare?
«Guardando capolavori come l'Oro di Napoli e Pane, amore e fantasia. E rubando i segreti del mestiere alle colleghe. Ho un debole per le interpreti francesi, da Juliette Binoche a Sophie Marceau. Ma le mie insegnanti sono state la Loren, la Vitti e la Magnani».
E che cosa ha imparato?
«Dalla Magnani che si può diventare una diva senza farsi modellare dallo star system, dalla Vitti che si può essere sexy e divertenti allo stesso tempo e dalla Loren, be, è stata il sogno di tutti gli italiani, è proprio il mio modello di donna».
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