Gli eletti all’estero vogliono rimborsi più alti

da Milano

Non solo il «mese corto». Adesso chiedono anche rimborsi più alti. I parlamentari eletti all’estero battono cassa. Come scrive il settimanale Panorama in edicola oggi, i 12 deputati e i 6 senatori «italostranieri» non giudicano sufficienti i 4000 euro di diaria che spettano loro ogni mese e i 3000 euro annuali di rimborso telefonico. Troppo lontani i rispettivi collegi elettorali, troppo cari gli aerei e troppo costose le compagnie telefoniche.
Così hanno fatto formale richiesta di un aumento del rimborso mensile: entro il 15 luglio riceveranno una risposta dai questori di Camera e Senato. La senatrice bergamasca-moscovita Antonella Rebuffi (Forza Italia), tanto per fare un esempio, si è lamentata di avere speso in un solo mese 2600 euro di bolletta telefonica: tutti soldi necessari per mantenere i contatti con la sua azienda che esporta a Mosca prodotti italiani, come per esempio il vino prodotto dal cantante Al Bano.
Per non parlare dei soldi investiti in biglietti aerei. Luigi Pallaro, diventato presto una star al Senato per avere concesso il suo preziosissimo voto di fiducia al governo, rischia di diventare, all’alba dei suoi 80 anni, un forzato della linea Roma-Buenos Aires. Il giorno dopo il voto di fiducia, infatti, si è imbarcato per l’Argentina: impegni improrogabili nella sua azienda di elettronica. Ma ha promesso che tornerà a farsi vedere a Palazzo Madama nei prossimi giorni.


Però, certo, che il Sud America, così come l’Australia o Singapore, sono lontani e 4000 euro finiscono presto. Così, fra una riunione in commissione e un viaggetto transoceanico in business class, è scappata questa richiesta di aumento di rimborso. La cinghia la stringano gli altri.

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