Gli elettori più delusi? I giovani di sinistra

RomaUn ragazzo su due, nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, ha la tentazione di non andare a votare. È il risultato di un sondaggio commissionato da Italia Futura, la fondazione creata da Luca Cordero di Montezemolo, all’istituto di ricerca Swg. Già due giorni fa sul sito di Italia Futura era stata lanciata la provocazione dell’astensionismo.
In generale agli italiani non piace escludersi dal voto, dice questo sondaggio: solo il 25% è favorevole mentre il 58% è contrario. La motivazione è che i cittadini - dicono gli intervistati - devono contribuire con la loro scelta al governo del Paese.
Il dato cambia però se si chiede di prendere in considerazione il particolare momento politico. Per il 35% degli intervistati, non andare a votare sarebbe «una scelta legittima». Sono «del tutto d’accordo» o «d’accordo» con questa idea appunto il 51% dei ragazzi al di sotto dei 34 anni. Percentuale che scende al 35% per cento nella classe di età sopra i 55.
In questo momento i più delusi dalla classe politica sembrerebbero però essere gli elettori di sinistra e di centro. Tra le motivazioni dei favorevoli all’astensione, c’è il fatto che «i politici hanno perso di credibilità». Hanno scelto questa opzione il 15% degli intervistati di centrosinistra, il 17 di centro e l’11 per cento di centrodestra. Anche per quanto riguarda la lamentela sulla mancanza di ricambio della classe politica, il dato più alto è tra gli elettori di centrosinistra (6%), solo l’1% dei simpatizzanti del centrodestra ha scelto questa opzione.
La percentuale generale dei favorevoli all’astensionismo segna in maniera più chiara la differenza: il 28% di chi è tentato dal non voto è elettore di centrosinistra, il 20% elettore di centrodestra. Insomma, i più delusi sembrano essere gli elettori di sinistra, in base a questo sondaggio.
I commenti sul sito di Italia Futura ieri non erano tutti entusiasti.

Michele Campo ha scritto: «Credevo che gli obbiettivi della Fondazione fossero di promuovere e proporre una politica partecipata e radicata, ma mi rendo conto che diventa impossibile». Stefano: «No, nessuna astensione! Semplicemente pretendiamo di più da loro». Gabriele: «Non sono d’accordo perché alla fine i pochi che vanno a votare decidono per tutti».

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