Ma le elezioni non dovevano restare fuori?

«Sveglia, venduto, dì qualcosa di sinistra». Una pioggia di fischi e slogan accolgono il segretario del Pd Pierluigi Bersani in piazza San Babila. E se quelli indirizzati al sindaco, che ha evitato il corteo, e al presidente della Provincia che ha sfilato invece con la Brigata ebraica, sono il film già visto e tutto sommato andato in onda questo 25 aprile in versione sottotono, le contestazioni al leader del centrosinistra sono arrivate dai suoi stessi «compagni». Prima i centri sociali, poi i militanti di Rifondazione. Al suo fianco durante tutto il corteo il parlamentare del Pd Emanuele Fiano, Filippo Penati e il capolista alle comunali Stefano Boeri. Al candidato sindaco Pisapia un abbraccio e un in bocca al lupo da Bersani, ma gli altri fanno un passo indietro. Assente anche il leader di Sel Nichi Vendola. Pisapia minimizza, «ci sentiamo quotidianamente». Ma alla manifestazione rimane isolato dai suoi. Galvanizzato dalla folla sale sul suo camper elettorale (ma non doveva essere una manifestazione apartitica e apolitica?).
Letizia Moratti evita la sfilata e arriva direttamente in auto in piazza Duomo. Microfoni spenti per politici e istituzioni (era la regola), ma rimane defilata anche sul palco dell’Anpi per non essere accusata di attirare urla a scopo elettorale. Non sono mancati comunque slogan e qualche fischio nel breve tratto che ha percorso a piedi per lasciare la manifestazione: «Vergogna, fascista, vattene».

Idem, nell’unico istante in cui si è affacciata verso la folla. «Non mi preccupano i fischi ma solo che questa festa sia patrimonio di tutti - sottolinea -. Spero che questa giornata apra una stagione nuova, di memoria e riconciliazione, ne abbiamo fortemente bisogno».

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