Da domani confini e aeroporti serreranno i battenti. Le strade provinciali verranno chiuse alla circolazione. Le città bloccheranno progressivamente tutte le vie daccesso al centro. Il coprifuoco notturno sallungherà di tre ore. LIrak insomma ci riprova. Dopo le festose e interminabili sparatorie che hanno salutato la conquista delloro ai giochi asiatici di calcio, gli iracheni tornano ai loro crucci. Giovedì si vota per eleggere un Parlamento destinato a restare in carica quattro anni e - da domani - tornano in vigore le misure che, nelle due consultazioni precedenti, hanno permesso elezioni più o meno tranquille. Almeno secondo gli standard iracheni.
Del resto la guerriglia legata a Saddam avrebbe deciso di agevolare il voto dei sunniti. La strategia punterebbe a impedire lerrore dello scorso gennaio. Quella volta il massiccio astensionismo impedì la designazione di rappresentanti sunniti al Parlamento lasciando mano libera a curdi e sciiti nel decidere i contenuti di buona parte della nuova Costituzione. Questa volta anche molte formazioni armate dispirazione radicale avrebbero deciso di disattendere le indicazioni del terrorista Abu Musab Zarqawi deciso a rendere impossibile il voto. E la rarefazione degli attentati sembra confermarlo. Ieri gli attacchi ai seggi hanno distrutto solo un centro elettorale a sud di Samarra e lufficio del partito turcomanno di Mosul. A Bagdad lennesimo ordigno comandato a distanza ha invece ucciso il settimo soldato statunitense in quattro giorni.
Nelle province sciite lAlleanza dellUnità Irachena del primo ministro Ibrahim al Jafaari ben difficilmente ripeterà il successo di gennaio. La coalizione stavolta non può contare sulle fatwa dellayatollah Alì Sistani. La suprema autorità religiosa dei 16 milioni di sciiti iracheni stavolta si è limitata a incoraggiare il voto per le formazioni «con uninclinazione religiosa», ma si è ben guardata dal concedere una benedizione totale.
Limminenza del voto e la scadenza degli ultimatum amplificano invece la paura per la sorte degli ostaggi occidentali. Unangoscia aggravata dalla mancanza di notizie sulla sorte del contractor americano Ronald Allen Schultz di cui lEsercito islamico, lo stesso che uccise il giornalista e pubblicitario italiano Enzo Baldoni, ha già annunciato leliminazione.
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