Emiliano Leonardi
Quando a inizio stagione le norme antiviolenza del decreto Pisanu crearono molti sbarramenti nella zona antistante lo stadio Olimpico, molti gridarono allo scandalo perché si sentirono privati della libertà di poter assistere a una partita di calcio. Incolonnati e controllati, costretti a passare per le forche caudine dei varchi elettronici e a camminare su percorsi obbligati. «Non ci sto, la partita me la guardo a casa» decretarono in molti. Poi, dopo aver constatato il calo degli afflussi allo stadio, qualcuno si ricordò pure di barriere architettoniche per i portatori di handicap. Ma anche in quel caso le lamentele di pochi furono inascoltate. Ora dunque può creare un certo imbarazzo puntare il dito contro chi è stato costretto a compiere qualche mossa sbagliata. Ma non può passare inosservata lostruzione che si è venuta a creare sulle piste di atterraggio degli elicotteri che, posizionate allaltezza dellingresso 45 (curva nord) e fra la Monte Mario e la curva sud, potrebbero rappresentare un punto di raccordo per il trasporto di un ferito o di fuga immediata di chiunque. Dalle parti dellOlimpico sembra infatti che nessuno si sia accorto dove siano state posizionate due ingombranti barriere metalliche: sulle piste datterraggio. Che sono quei grandi cerchi uniti a un punto centrale da una serie di raggi. Si tratterà pure di barriere facilmente rimovibili. Può anche darsi, ma non può sembrare un caso il fatto che siano rimaste sempre nella stessa posizione. Insomma, nessun dito puntato contro, esistono tanti problemi ancora da risolvere nello stadio romano che due piste di atterraggio per elicotteri intasate da una barriera metallica sono poca cosa.
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