Danilo Restivo ora gioca a fare limputato-modello:_«Sono disponibile sia al prelievo del Dna, sia a parlare con i giudici...». Ma è latteggiamento di chi - sicuro della propria innocenza - non ha timore di sfidare i giudici, o è solo lennesimo grande bluff dellunico sospettato per il delitto di Elisa? Lavvocato difensore di Restivo scommette sulla prima ipotesi; la famiglia Claps giura sulla seconda. In mezzo, la città di Potenza, dove la Santissima Trinità (nel cui sottotetto lo scorso 17 marzo fu trovato il cadavere della studentessa) appare ormai come una chiesa «sconsacrata». Il motivo? I troppi silenzi di vescovi e sacerdoti che tutto hanno fatto, meno che collaborare con gli inquirenti. Investigatori che, da parte loro, non hanno certo brillato per fiuto. Il corpo di Elisa - dopo 17 anni di «ricerche» - è stato scoperto infatti nella stessa chiesa dove la sedicenne incontrò per lultima volta Danilo Restivo. Si trattò solo dellincapacità di chi doveva indagare o ci sono dietro «precisi depistaggi», come sostiene la famiglia Claps? La dietrologia sarà pure una cattiva consigliera, ma di certo il giallo di Elisa ha scoperchiato un verminaio impressionante. Altro che Potenza, «isola felice». Intanto si è concluso ieri il nuovo incidente probatorio, disposto dal gip del tribunale di Salerno. Nel corso delludienza è stata accolta la richiesta di ammissione di altri indumenti rinvenuti in un locale attiguo al campanile della chiesa. Lavvocato che rappresenta i familiari della studentessa scomparsa nel 1993 ha ottenuto che venisse esaminata una tuta maschile e unascia arrugginita che non erano nellelenco dei reperti presentato dalla procura di Salerno.
Confermata anche la richiesta di esame del Dna a carico di Restivo, da anni residente in Inghilterra. Il suo legale ha ribadito la volontà del suo assistito di «sottoporsi allesame» ed, eventualmente, di «presentarsi ai magistrati di Salerno per essere interrogato». In attesa che la perizia medico legale confermi che Elisa Claps è morta accoltellata, emergono però «particolari e significative analogie» con un altro delitto, quello verificatosi il 12 novembre del 2002 a Bournemouth nella contea inglese del Dorset: la sarta Heather Burnett, 48 anni, vicina di casa di Danilo Restivo, venne trovata uccisa e terribilmente mutilata. Per quel delitto Restivo è stato fermato e rilasciato più volte. Secondo lAgl, l'Agenzia dei giornali locali del Gruppo Espresso (che per prima dette anche la notizia clamorosa del ritrovamento del cadavere di Elisa), a «entrambe le donne era stato reciso il reggiseno sul davanti dopo essere state colpite con unarma da taglio». L'articolo dell'Agl ricorda che poco tempo dopo Restivo venne «bloccato da Scotland Yard in un parco, in atteggiamento sospetto. Con sé ha un grosso borsone. I detective gli chiedono di aprirlo e restano sbigottiti. Dentro ci sono un paio di guanti, un paio di forbici, un coltello, un passamontagna, dei grandi teli di plastica». E poi: sia nel caso di Elisa sia i quello della sarta inglese, i delitti furono preceduti da misteriosi furti di chiavi (nel primo caso le chiavi della chiesa della Trinità, nel secondo le chiavi di casa Burnett).
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