Elisabetta, la donna che traduce la politica alle famiglie

Elisabetta, la donna che traduce la politica alle famiglie

In Liguria viene da quando è piccola. «Avevo uno zio di Bardineto, vicino a Savona, ho passato tante estati qui, ancora oggi ritrovo amici d’infanzia». Elisabetta Gardini, portavoce nazionale di Forza Italia, ieri è tornata in Liguria per un incontro elettorale. Al Bentley Hotel di Genova ha discusso con elettori e simpatizzanti di «motivazioni e speranze» dopo che Forza Italia è entrata a far parte del Popolo della libertà. «Si è realizzato un progetto al quale si lavora da anni, quello del grande partito dei moderati - spiega la Gardini, candidata alla Camera in Veneto - Che ha alla base un popolo con valori e una visione della società comune».
Lei arriva a Genova in un momento in cui si parla molto dell’inchiesta sugli aborti clandestini. Che cosa ne pensa?
«Uno dei valori comuni al popolo dei moderati è la famiglia, cosa che all’estero ci invidiano e che ci ha permesso di superare periodi difficili. Conosco bene i volontari del Movimento per la vita di Albenga, seguo le loro battaglie».
Torniamo alla politica. In Liguria, come nel resto d’Italia, si è lavorato tanto per fare le liste. Perché?
«Diciamo tutti che i parlamentari sono troppi (ed è vero) ma quando si tratta di scegliere chi escludere è sempre difficile. Ho seguito il lavoro di chi a livello nazionale decideva i nomi da inserire, politici d’esperienza erano provati dalla responsabilità di escludere persone che magari si erano battute a livello locale».
Avrebbe voluto più volti nuovi?
«No, io sono per la giusta miscela di esperienza e novità. Così come è importante l’alternanza fra chi governa e chi è all’opposizione».
Agli elettori di Forza Italia che hanno visto il partito confluire nel Pdl in poco tempo che cosa dice?
«Che la politica è fatta di accelerazioni, come è stata quella di piazza San Babila, e di momenti in cui tutto sembra fermo, ma in realtà si consolida. Il cammino verso un grande partito dei moderati è iniziato nel 1994 con Forza Italia. Con il Pdl si realizza il primo articolo della Costituzione: la sovranità appartiene al popolo; al popolo, possiamo dire, dei moderati».
Che cosa deve fare il Pdl per rafforzarsi?
«È importante ascoltare la base, il territorio. E raccontare alla gente che cosa davvero pensano i leader nazionali.

Perché, ad esempio, Berlusconi ha stracciato il programma del Pd, gesto che è stato mal interpretato da molti media. Mi sento un messaggero: ascolto idee, dubbi e problemi della gente e li racconto ai vertici del partito».

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