Mondo

Eliseo, allungo di Sarkozy Bayrou rischia subito il ko

Il neogollista aumenta il distacco sulla socialista Ségolène Royal Crolla il leader dell’Udf: non dovrebbe superare il primo turno

da Parigi

Un mese esatto prima delle presidenziali francesi, in calendario per il 22 aprile e per il 6 maggio prossimi, una raffica di sondaggi vede il leader del centrodestra Nicolas Sarkozy, 52 anni, come il più probabile successore di Jacques Chirac all’Eliseo. Dalla sua parte ci sono le promesse di «cambiamento tranquillo», che seducono un’opinione pubblica animata al tempo stesso dal desiderio di «rottura» col passato prossimo e di nostalgia per il passato remoto. C’è anche la curiosità per le ricette economiche liberali, insite nel programma del candidato di centrodestra, e c’è infine l’indiscutibile vantaggio di non avere concorrenti sulle proprie praterie elettorali.
Sui dodici «personaggi in cerca d’autore», che si sfideranno al primo turno, ben sette sono di sinistra (tre trotzkisti, una comunista, una Verde, il «no global» José Bové e la socialista Ségolène Royal), uno - François Bayrou - si è scostato dal centrodestra per cercar voti a sinistra, uno è fuori dagli schemi politici (il rappresentante dei cacciatori) e due sono isolati nelle rispettive nicchie elettorali più o meno rilevanti: Jean-Marie Le Pen all’estrema destra e il cattolico tradizionalista della Vandea Philippe de Villiers in questo ambito locale della Francia occidentale. Sarkozy è in pratica il solo candidato di destra con ambizioni di vittoria finale. Dunque dovrebbe fare il pieno (o quasi) dei voti in quest’area politica.
Nonostante un sondaggio pubblicato ieri sera da Le Parisien che vede alla pari Sarkozy e la Royal, il ministro dell’Interno sembra saldamente in testa alle intenzioni di voto. Un sondaggio di ieri, realizzato dall’istituto specializzato Bva, vede «Sarkò» addirittura al 31 per cento al primo turno. Sua avversaria al ballottaggio dovrebbe essere la Royal, che arriverebbe in seconda posizione col 24 per cento. Bayrou vede allontanarsi la speranza di superare il 22 aprile lo sbarramento e comincia a perdere la pazienza, rivelando tutto il suo nervosismo. Invece d’interrogarsi sulle cause politiche delle sue attuali difficoltà (il sondaggio di Bva di ieri lo vede al 17 per cento, con una flessione di ben quattro punti), il leader dell’Udf (Union pour la Démocratie française) se la prende con i rivali e anche con gli istituti demoscopici.
Nel mirino di Bayrou c’è soprattutto la candidata socialista, che secondo lui non riuscirebbe a ottenere una maggioranza parlamentare per reggere il Paese. Come dire che Bayrou gioca il tutto per tutto nella speranza di superare la Royal al primo turno. Anche le critiche di Bayrou a Sarkozy dimostrano lo spostamento verso sinistra di questo candidato, che accusa il rivale di «disprezzare contadini, operai e insegnanti». Un linguaggio più da militante sindacale che da leader moderato.
Per quanto riguarda il secondo turno, il sondaggio di Bva vede in netto vantaggio Sarkozy sulla Royal: 54 contro 46 per cento, con uno scarto di otto punti. Al ballottaggio Sarkozy trarrebbe vantaggio dalle simpatie nei suoi confronti di buona parte degli elettori di Le Pen, che il sondaggio di Bve vede al 13 per cento. Sarkozy sta dando prova d’equilibrismo politico: da un lato cerca di conquistare i voti estremisti insistendo sul tasto della fermezza nei confronti dell’immigrazione e dall’altro strizza l’occhio al centro moderato chiedendo alla signora Simone Weil, di indubbia fede liberale, di assumere sempre maggiori responsabilità nel contesto della sua campagna elettorale.
Lunedì Sarkozy abbandonerà la propria carica di ministro dell’Interno per dedicarsi alla campagna elettorale nella sua veste di candidato dell’Union pour un Mouvement populaire (Ump). Il suo posto andrà a François Baroin, fedelissimo di Jacques Chirac. Il capo dello Stato uscente ha assunto una posizione apertamente favorevole a Sarkozy, con cui ha avuto a lungo rapporti tesi nel contesto dell’Ump. I francesi si chiedono fino a che punto l’appoggio di Chirac possa effettivamente avvantaggiare il ministro dell’Interno uscente nella corsa all’Eliseo.

L’opinione pubblica non prova oggi particolari simpatie per il presidente della Repubblica, ma la dichiarazione di quest’ultimo a favore di Sarkozy contribuisce comunque a ricompattare il centrodestra.

Commenti