Elkann: «Aperti ad alleanze per far crescere la Fiat»

DETROIT «L’apporto al rilancio di Chrysler è considerato positivo». Marzo nero per l’auto Usa

nostro inviato a Torino

Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti di Fiat, il presidente di Exor, John Elkann, ribadisce l’intenzione del Lingotto di partecipare al previsto consolidamento dell’industria automobilistica. Un nuovo segnale, quello arrivato dall’azionista di riferimento, di «carta bianca» all’amministratore delegato Sergio Marchionne («lo abbiamo sempre sostenuto convinti che riuscirà a raggiungere gli obiettivi che ha fissato»). «La crisi - ha aggiunto Elkann, ieri alla Fondazione “Giovanni Agnelli” di Torino per la presentazione della Scuola di alta formazione al management - spinge il settore su questa strada e noi vogliamo partecipare a questo processo. Se Exor è pronta a diminuire la partecipazione in Fiat? Lo abbiamo già detto», ha risposto il presidente, ribadendo un concetto espresso tempo fa, cioè che un’ipotesi del genere non rappresenta un ostacolo. Importante, per l’azionista, è che tale soluzione, nel momento in cui si dovesse verificare, abbia un senso industriale e crei valore per il gruppo Fiat. E rispondendo a uno dei tanti temi su cui gli investitori vorranno avere indicazioni all’assemblea di venerdì al Lingotto, Elkann ha precisato che «Fiat (+3,2% ieri in Borsa, ndr), allo stato attuale, non ha bisogno di essere ricapitalizzata». Il presidente di Exor, dopo la conferma in blocco del cda Fiat (di cui è vicepresidente) in vista del rinnovo delle cariche, si è soffermato anche sul tema Chrysler. La decisione di Washington sul destino della casa americana, pronta a incrociare il proprio futuro con quello di Fiat, potrebbe arrivare già nel corso della settimana, prima della scadenza dei termini fissata al 31 marzo. «L’apporto di Fiat al rilancio di Chrysler - ha commentato Elkann - è considerato molto positivo»: una frase, questa, che lascia intravedere ottimismo su un verdetto favorevole al gruppo di Auburn Hills, ovvero che Barack Obama conceda alla casa guidata da Bob Nardelli i fondi necessari per proseguire l’attività. Anche la stampa Usa, intanto, comincia a credere che il sostegno industriale del Lingotto possa risultare determinante per Chrysler anche dal punto di vista occupazionale. In proposito, la Washington Post ha scritto nei giorni scorsi che «l’alleanza Chrysler-Fiat è una sfida che vale la pena di raccogliere». La Detroit Free Press ha invece messo l’accento sulle opportunità ecologiche dell’accordo, visto che gli americani verrebbero messi nelle condizioni di ridurre le emissioni e rispondere, così, ai dettami dell’amministrazione Obama. Marchionne, intanto, resta alla finestra, pronto a volare - se sarà necessario - al di là dell’Atlantico. L’agenda dell’ad del Lingotto prevede la sua presenza, oggi, a Ginevra per partecipare all’assemblea della Sgs, la società di certificazioni aziendali di cui è presidente. E sempre sul fronte Stati Uniti, arrivano le prime proiezioni sulle immatricolazioni di marzo. Per gli analisti sarà un altro mese nero, con vendite in calo per General Motors e Chrysler intorno al 43%. A pesare è soprattutto la «stretta» da parte delle banche a concedere prestiti.

Una «stretta» il gruppo Fiat si appresta invece a darla ai saloni, a partire da quello di Shanghai, in aprile, che non vedrà esporre la casa di Torino (ma Ferrari e Maserati ci saranno). Oggi a Mirafiori sarà fatto il punto proprio sulla partecipazione alle rassegne in calendario nell’anno.

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