Elkann: «Pronti a diluirci in Fiat L’accomandita senza manager»

nostro inviato a Torino

Il 14 maggio, presumibilmente al Lingotto di Torino, John Elkann riceverà anche la corona di presidente dell’accomandita Giovanni Agnelli & C. In vista del tradizionale appuntamento di primavera, che quest’anno prevede il passaggio dello scettro al vertice, l’erede dell’impero Agnelli ha invitato all’assemblea di famiglia Franz Haniel, discendente di una dinastia industriale con alle spalle 300 anni di storia e 1.100 parenti azionisti, il quale terrà una relazione sul capitalismo familiare. Per Haniel, alla guida del colosso commerciale Metro, tenere uniti 1.100 membri non è cosa di poco conto. E per Elkann, neo presidente di Fiat oltre che di Exor, e da ora in poi unico punto di riferimento della famiglia Agnelli, numerosa ma non quanto quella di Haniel, l’intervento dell’ospite sarà sicuramente ricco di spunti.
La presidenza Elkann, dopo il lungo periodo che ha visto l’«esterno» Gianluigi Gabetti fungere da collante, porterà delle novità nell’accomandita: dall’ingresso nella stanza dei bottoni di Andrea Agnelli, da ieri numero uno della Juventus, alla chiusura della società a manager non appartenenti alla famiglia. «Vogliamo evitare - ha spiegato Elkann - che in futuro sia accomandatario chi ha deleghe operative nel gruppo. In poche parole, la famiglia vuole essere rappresentata da se stessa». Di un ingresso di Sergio Marchionne nella Sapaz, come auspicato dalla zia del futuro presidente, Maria Sole Agnelli, non se ne parla proprio.
Il giovane top manager, insieme all’amministratore delegato di Exor, Carlo Sant’Albano, ieri ha presieduto l’assemblea degli azionisti della holding che controlla Fiat, durante la quale è stata deliberata la distribuzione di un dividendo di 0,27 euro per ogni azione ordinaria, 0,32 per le privilegiate e 0,34 per quelle risparmio. La cedola sarà messo in pagamento dal 27 maggio.
Nell’occasione Elkann ha ribadito l’impegno degli Agnelli per la Fiat, soprattutto alla luce del piano di sviluppo appena presentato da Marchionne. E dopo aver ricordato che allo stato attuale il Lingotto non necessita di nuovi capitali, il presidente di Exor non ha escluso che, davanti a un progetto specifico e con buone prospettive, gli Agnelli possano mettere mano al portafoglio. «Il colpo su Chrysler e le trattative del 2009 relative a Opel - ha aggiunto - hanno consentito alla famiglia di rendersi conto che Fiat rappresenta un’opportunità». In pratica, se la divisione auto funziona e diventa sempre più forte, «non possiamo che essere contenti e condividere le scelte fatte da Marchionne». Da qui la conferma che gli Agnelli sono sempre disposti a diluire la loro quota nel Lingotto «se ci saranno operazioni che rafforzeranno Fiat». Elkann, tornando su questa ipotesi, ha portato come esempio il Banco Santander dove, pur essendosi diluita, la famiglia Botin ha creato uno dei più grossi istituti di credito mondiali.
La parola d’ordine di Elkann è «semplificazione», processo avviato proprio in concomitanza con la sua ascesa ai vertici del gruppo Agnelli, prima con la creazione di Sequana che ha preso il posto di Worms con tutte le sue partecipazioni, quindi con la definizione della fusione per incorporazione di Ifil in Ifi (da cui è nata Exor) e ora con lo spin-off di Fiat in Fiat Spa, con tutta l’Auto, e Fiat Industrial. «Uno scorporo - ha osservato Elkann - che farà emergere tutto il valore delle due realtà».

Exor, intanto, guarda con attenzione a nuovi investimenti.
India e Cina sono passate al setaccio dalla task force di Sant’Albano. Le opportunità riguardano società nei settore dello sviluppo delle economie locali. E poi c’è la private bank belga Kbl.

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