Eluana, ora il governo pensa al decreto Famiglia e medici: "Non ci fermiamo"

La donna è ricoverata nella clinica La Quiete di Udine. Il neurologo: "Domani o venerdì inizieremo a ridurre l'alimentazione". Bagnasco: "Italia verso l'eutanasia". La clinica: "Vogliamo attuare la sentenza". Ma il governo è pronto a fermare tutto con un decreto

Eluana, ora il governo pensa al decreto 
Famiglia e medici: "Non ci fermiamo"

Roma - Partirà da domani o da venerdì la progressiva riduzione dei nutrienti per Eleana Englaro, la donna che da 17 anni è in stato vegetativo permanente e che ora è ricoverata nella clinica La Quiete di Udine. "Il protocollo - ha detto il neurologo che segue Eluana, Carlo Alberto Defanti - è partito nel momento del ricovero e prevede che la quantità di nutrienti venga ridotta dopo tre giorni. La riduzione dei nutrienti potrebbe quindi cominciare già domani o da venerdì mattina" ha spiegato Defanti. La riduzione dei nutrienti sarà "discrezionale" ha proseguito il neurologo, ma molto probabilmente "prevederà inizialmente una riduzione drastica, di circa il 50%, e poi sempre più graduale. Non sarà un processo brutale". Contemporaneamente a Eluana Englaro saranno somministrate piccole dosi di sedativi a garanzia che non provi alcuna sofferenza. Difficile prevedere il tempo di sopravvivenza: "In media questo è di due settimane, ma possono subentrare imprevisti o possono rivelarsi fibre eccezionalmente resistenti. In ogni caso è probabile che il tempo complessivo sia vicino a tre settimane".

Sacconi: "Valutazione sulla clinica" Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, non si arrende e fa sapere che il caso Englaro non è chiuso: il governo sta valutando l’idononeità della clinica "La Quiete" di Udine e le modalità del ricovero della giovane in stato vegetativo per il suo "ultimo viaggio". "Abbiamo chiesto alla Regione Friuli informazioni circa il grado di abilitazione di questa casa di riposo", ha dichiarato Sacconi in un’intervista al Gr1 Rai, "perchè lo stesso ricovero sembra sia stato realizzato con un fine di accudimento". E ha aggiunto: "Mio dovere è quello di non girarmi dall’altra parte di fronte a un tema così grande e, nel dubbio, insisto nel prendere la posizione che ho già preso, anche a nome del governo".

La Roccella: "Non hanno i requisiti" Per l’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Wladimir Kosic, la clinica La Quiete non possiede le condizioni per attuare il decreto della Corte di appello di Milano ai fini della sospensione della nutrizione e idratazione artificiale a Eluana. Lo ha detto il sottosegretario alla salute Eugenia Roccella, al termine di un incontro a Roma con l’assessore. "Eluana non può essere affidata e presa in carico dall’associazione 'Per Eluana' (composta dall’anestesista Amato De Monte, altri medici e una decina di infermieri specializzati), costituita la settimana scorsa per gestire l’attuazione del decreto della Corte di Appello di Milano per l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione della donna": questa la posizione espressa dall’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Wladimir Kosic.

La clinica: "Vogliamo attuare la sentenza" La casa di risposo 'La Quiete' di Udine ha comunicato alla Regione Friuli Venezia Giulia di "voler attuare la sentenza della Corte d’Appello di Milano". La comunicazione è stata fatta con una nota recapitata nel pomeriggio all’assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, alla dirigenza dell’Azienda 4 'Medio Friuli' e al responsabile di distretto sanitario. La nota - firmata dalla presidente della Quiete, Ines Domenicali - precisa che la Queite intende dare esecuzione alla sentenza con l’ausilio di personale esterno.

La famiglia: "Avanti" "Fino a quando saremo nella legalità non ci fermeremo" spiega l’avvocato Giuseppe Campeis, interpellato sui risultati dell’incontro fra il sottosegretario al Welfare e l’assessore regionale alla Sanità del Friuli Venezia Giulia. Campeis è l’avvocato che, per conto della famiglia Englaro, ha seguito la preparazione del protocollo per l’attuazione del decreto della Corte di Appello di Milano per l’ interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione di Eluana.

Bagnasco: "Deriva verso l'eutanasia" Se la vicenda di Eluana Englaro arriverà alla sua conclusione vuol dire che l’Italia sta scivolando verso una deriva eutanasica. È quanto ha detto il cardinale Angelo Bangasco, Presidente della Conferenza episcopale italiana, in merito agli ultimi sviluppi del caso di Eluana Englaro dopo il suo trasferimento alla clinica "La Quiete" di Udine. "È un momento molto grave e triste per il nostro Paese - ha affermato il cardinale - che vede uno scivolamento, speriamo in maniera non irreversibile, verso una deriva eutanasica, se la vicenda di Eluana Englaro arriverà alla conclusione che si profila. Ma speriamo non accada".

"Momento grave e triste" Il Presidente della Cei ha parlato del caso Englaro nel corso di un incontro a Roma con i responsabili di alcune emittenti radiotelevisive cattoliche italiane. Quello attuale, ha osservato ancora Bagnasco, è "un momento grave e triste tanto più perchè la nostra cultura è impregnata, da sempre, della difesa della vita soprattutto nelle sue forme più fragili, dal suo inizio, il concepimento, alla naturale conclusione". "La Chiesa italiana - ha aggiunto l’arcivescovo di Genova - è vicina a Eluana e ai suoi familiari e ribadisce che la risposta più vera alla sua situazione è l’accoglienza che hanno avuto nei suoi confronti le suore di Lecco".

Già ieri con un comunicato diffuso al termine dei lavori del Consiglio episcopale permanente, la Cei aveva parlato apertamente di eutanasia chiedendo che ogni iniziativa volta a interrompere idratazione e alimentazione ad Eluana Englaro fosse sospesa.

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