Elena Jemmallo
Si chiamano Elvis Presley e John Lennon, Marlon Brando e Andy Warhol, Marilyn Monroe e J.R.R. Tolkien. Cè perfino il padre di Charlie Brown. Sono loro i più ricchi del paradiso. Hanno guadagnato 186 milioni di dollari nel 2004. O meglio, li hanno fatti guadagnare ai loro eredi o alle case discografiche che detengono i loro diritti dautore. La cifra e i nomi escono dalla rivista americana Forbes, che puntualmente pubblica la classifica dei «Top 13 dead celebrities», le tredici celebrità che continuano a generare guadagni colossali anche dopo la morte. In pratica, i personaggi famosi che anche da defunti continuano a essere citati, rappresentati in film, biografie e gadget di ogni genere e la cui quotazione (in termini di diritto dautore) sale anno dopo anno.
Una classifica che rimane abbastanza ingessata anno dopo anno e che nel saliscendi a colpi di milioni di dollari rimescola più o meno gli stessi nomi con sporadiche new entry. Tantè che anche questanno incorona Elvis Presley (accade così dal 2000). È lui che dal tetto dei suoi 45 milioni di dollari allanno guadagnati guarda dallalto in basso tutte le altre celebrità. Una fortuna che cresce più si allontana la data della scomparsa: cinque anni fa la sua fama incassava 35 milioni di dollari. Comè possibile che un personaggio morto nel 1977 riesca ancora a incrementare i suoi guadagni? È presto detto: un documentario di due ore dedicato al re del rock e trasmesso dalla Cbs ha fatto incassare da solo 5,5 milioni di dollari.
Sotto di lui, con un compenso annuale di 35 milioni, il papà di Snoopy e creatore dei Peanuts, il grande fumettista Charles M. Schulz, morto nel 2000. A quarantanni dalla nascita di uno dei suoi personaggi più amati, Charlie Brown, la Walt Disney ha appena firmato un contratto per realizzare un cartone animato.
Sul podio, al terzo posto, sale l'indimenticato ex Beatle John Lennon, assassinato nel 1980: nel 2004 ha fatto incassare 22 milioni alle case discografiche che detengono i suoi diritti. A seguire, dal quarto gradino in giù, ecco gli altri «mostri sacri»: il massimo esponente della pop-art Andy Warhol, il «padrino» Marlon Brando. Non manca nemmeno la bionda onnipresente in qualsiasi classifica di Hollywood, Marilyn Monroe. E grazie allenorme successo discografico, rivive una nuova giovinezza (di fama ed economica) l'autore del libro «Il signore degli anelli», J.R.R. Tolkien. Sempre rimanendo in tema di libri, al numero cinque si posiziona lo scrittore per l'infanzia Theodore Seuss. Dai libri alla musica il salto porta al numero undici, dove cè il compositore Irving Berlin e sotto ancora il maestro del reggae Bob Marley. Ma questanno ci sono anche due «new entry», perché recentemente scomparsi. E sono Johnny Cash, morto nel 2003, ma che ha già realizzato 7 milioni di dollari e Ray Charles, morto lanno scorso e celebrato subito dopo dalluscita nelle sale del film che racconta la sua vita. E nonostante questo per ora si ferma a 6 milioni.
Eppure, secondo Forbes, il più longevo dei ricchi post-mortem (in termini di popolarità, sintende) sarebbe William Shakespeare, il vero re Mida che continua a spargere fortune a quasi 400 anni dalla morte. Se potesse approfittare ancora dei diritti d'autore, guadagnerebbe 15 milioni di dollari all'anno.
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