Emergenza casa I giovani costruttori denunciano: «La legge non funziona»

Più criticità che opportunità dalla legge regionale sul «social housing», recepita dai singoli Comuni attraverso lo strumento delle varianti al Piano urbanistico: lo sostengono Enrico Addezio, presidente del gruppo giovani costruttori dell’Ance Genova-Assedil, e Nicola Pisani, vicepresidente del Gruppo giovani architetti Pda-Pensieri di architettura, i due organismi che hanno condotto uno studio di applicabilità della normativa teoricamente in grado di favorire la realizzazione di nuovi alloggi da affittare alle fasce deboli. «I risultati della nostra analisi relativamente a due edifici-tipo - sottolinea Addezio - hanno rivelato seri problemi di mercato e di gestione. Così la legge rischia di vanificare i propri obiettivi, paralizzando ulteriormente la costruzione di nuove abitazioni». Dallo studio dei giovani costruttori e architetti, infatti, emerge che «un’operazione immobiliare come previsto dalla norma può attirare molto difficilmente l’attenzione degli investitori», soprattutto per l’aumento dei costi che non può essere «scaricato» dall’imprenditore sull’acquirente. «Anche le residenze destinate a social housing, che vanno dal 5 al 10 per cento per le fasce di medio disagio e dal 10 al 20 per cento e più per quelle ad alto disagio - ribadisce Pisani - appaiono poco appetibili agli operatori».

La proposta dei «Giovani», dunque, è quella di modificare la legge, in particolare per «ottenere un contributo pubblico sui costi di costruzione e realizzare strumenti urbanistici di valorizzazione della zona interessata».

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