Emergenza Il Ct di Fabris: «Lo ricostruisco per sabato»

(...) che mi potessero servire da stimolo... Insomma, è un grande controsenso quanto accaduto anche se non dobbiamo dimenticare che sono comunque due grandi atleti...».
Per il momento, più grandi.
A questo punto, però, gli saranno realmente di stimolo, anche perché gli abiti fradici del favorito si smettono con difficoltà; molto meglio tenerseli come cilicio per capire dove si ha sbagliato. Conta su questo il suo tecnico quando il giorno dopo la beffa dice: «Non è un atleta perso, stiamo parlando solo di una gara andata male... certo, non me la spiego, però non abbiamo bisogno di trovare risposte immediate. I giorni che fanno più male e in cui è più difficile smaltire una legnata inattesa sono i primi due, dopo di che cercheremo di leccarci le ferite e di raddrizzare le Olimpiadi di Enrico». Sabato arriva infatti in un attimo e i giorni che separano il campione dal suo d-day (i 1500 dove prese l’oro a Torino) saranno fondamentali, soprattutto a livello morale. E bando ai processi. Sarebbero un grave errore perché «ci infileremmo in una strada che non è la nostra, e che poi non serve - mette le mani avanti Marchetto - Ora ributto Enrico nella mischia per riprendere il controllo della situazione. A bordo pista o in tribuna è facile dire sì, quello ha sbagliato, mentre su un paio di lame è tutto diverso... Certo però che il russo e il francese hanno fatto grandi progressi e come allenatore dovrei essere contento; da italiano invece mi rode...».

Forse è proprio dai due compagni d’allenamento che bisogna ripartire per dare morale a Fabris, spiegandogli di non farne una malattia anche se, ammettiamolo: sarà dura convincerlo di non essere stato su Scherzi a parte.

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