Emergenza freddo per 25mila romani

Sono 25mila i romani che stanno affrontando quella che i meteorologi definiscono la più fredda settimana di novembre degli ultimi quindici anni senza riscaldamento. Colpa del passaggio dalle caldaie a carbone, fuori legge dallo scorso 1° settembre perché altamente inquinanti, a quelle a metano. Un trapasso obbligatorio e largamente annunciato, che però ha colto impreparati almeno la metà degli 830 edifici romani che fino allo scorso inverno si sono riscaldati grazie al carbone, situati per lo più nella Roma storica, nei municipi I, II, III, IX e XVII. Per colpa di amministratori di condominio disattenti o trascurati, di intoppi burocratici, di ritardi da parte delle ditte appaltatrici dei lavori ma anche di ritardi da parte dell’Italgas nell’installare i nuovi contatori, circa 25mila romani, bambini, anziani e malati compresi, sono tuttora senza riscaldamento e si devono arrangiare con le stufette elettriche (che peraltro fanno salire alle stelle il consumo di energia elettrica), coperte e bevande corroboranti.

Una situazione da medio evo proprio in piena emergenza freddo. Donatella Poselli, capogruppo di Libertà e Giustizia Sociale in consiglio comunale, denuncia che tra i palazzi al freddo ci sono anche alcuni edifici comunali.

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