Economia

«Emergenza gas: si muova il governo»

«Le nozze con l’Enel? Un animale che non esiste». Offerta per Chevron in Benelux

Marcello Zacché

da Milano

L’inverno è già ben presente nei pensieri dell’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni: «C’è qualche preoccupazione per l’approvvigionamento di gas in Italia», ha detto ieri intervenendo alla manifestazione «Cortina in-con-tra». L’Eni «è pronta a farvi fronte», ma le preoccupazioni sono strutturali e si intrecciano da un lato con l’assetto produttivo e distributivo globale (come il recente accordo tra i giganti del gas russo e algerino, da cui l’Italia dipende) e dall’altro con il tema delle liberalizzazioni e quindi dei costi. Il tutto porta Scaroni a fare una scelta precisa: chiedere al governo un intervento diretto per favorire lo sviluppo del settore gas, ostacolato finora da localismi di vario genere. È una questione di «interesse nazionale».
Della strada per migliorare le condizioni complessive del settore gas, da cui dipende il 70% della produzione di energia elettrica in Italia («unico caso al mondo») il manager ne ha parlato in un’intervista pubblica con il direttore del Giornale Maurizio Belpietro, il vicedirettore del Corriere della Sera Dario Di Vico e con Enrico Cisnetto, ideatore della manifestazione ampezzana.
Il nodo della questione sono i rigassificatori, cioè quelle centrali che trasformano il combustibile liquido in gas. Indispensabili per ridurre la dipendenza dai gasdotti che arrivano da Russia e Algeria, a maggior ragione dopo il recente accordo industriale tra i colossi Gazprom e Sonatrach. Ebbene, in Italia i rigassificatori non ci sono e non si fanno (in Giappone ce ne sono 24, la Spagna ne ha costruiti 7) spesso per l’opposizione degli enti o delle normative locali. «Abbiamo una necessità assoluta, impellente, urgente di realizzare rigassificatori. Sono di interesse nazionale e sono l'unico modo per creare la liberalizzazione del gas in Italia» ha detto l’ad dell’Eni. Che ha aggiunto: «Non è moltiplicando il numero dei compratori di gas che si fa la liberalizzazione, occorre invece moltiplicare il numero dei venditori». Un discorso che vale non solo per l’Italia, me per l’intero continente europeo. In queste condizioni «manca nell'attuale disposto normativo - ha detto ancora Scaroni - la previsione dell'interesse nazionale». A questo fine «si può utilizzare di più l'attuale articolo 120 della Costituzione che prevede il potere sostitutivo del governo nel momento in cui norme o atteggiamenti locali ostacolano o non assicurano la “compliance” dell'Italia con le politiche comunitarie». I rigassificatori sono il primo di 4 punti chiave. Gli altri sono un sistema di interconnessione europeo, una maggiore produzione di carbone pulito e una politica del risparmio. Con il combinato disposto dei 4 punti «si può arrivare a risparmiare il 20% del nostro consumo».
Altre questioni, invece, non interessano il manager vicentino. A cominciare dall’ipotesi di nozze Eni-Enel: «Sul mercato non esiste un tale animale, non l’ha mai visto nessuno».

Mentre per quanto riguarda i programmi, Scaroni ha confermato l’esistenza di un’offerta per la rete Chevron in Belgio, Olanda e Lussemburgo.

Commenti