Emergenza rom Nei campi nomadi chi non rispetta le regole sarà espulso

SI CAMBIA «I controlli, finora affidati alle coop, si sono rivelati inutili. Con meno soldi si pagherà lo straordinario ai vigili urbani»

Emergenza rom, ora si fa sul serio. Il piano del Comune necessita ancora di qualche ritocco, ma a grandi linee è pronto. In futuro a Roma ci saranno solo campi-sosta temporanei, a numero chiuso, fuori dall’abitato. Chi non pagherà luce e acqua, chi non manderà i bambini a scuola, sarà espulso. La vigilanza verrà tolta alle coop e data alla Polizia municipale. Dopo i mesi di tempo persi con il censimento della Cri, è il momento dei fatti. Tanti i problemi rimasti sul tappeto: i delinquenti da espellere, Casilino 900 da chiudere, la mendicità infantile. «Stiamo lavorando con il nuovo Prefetto per lanciare entro dicembre un grande piano per spostare i campi fuori dal raccordo» ha detto lunedì Gianni Alemanno. In settimana le proposte discusse in seno alla commissione comunale sicurezza verranno formalizzate in un documento e consegnate al sindaco. Eventualmente saranno oggetto di una delibera di iniziativa consiliare. «Le linee guida del documento - spiega Fabrizio Santori, presidente della commissione - sono integrazione e solidarietà, ma soprattutto rispetto delle regole. I rom che usufruiscono delle strutture comunali devono pagare le utenze, impegnarsi a mantenere puliti i campi e a non far entrare refurtiva. Chi non rispetta le regole verrà espulso. Compresi i rom italiani. Se non vogliono integrarsi, vadano in altre città». Quanto alla scolarizzazione dei minori «finora è stata un fallimento. Con le precedenti giunte i ragazzini non andavano a scuola e il Comune pagava lo stesso. Ben 7 milioni di euro il costo dell’ultimo bando triennale, oltre alle spese di trasporto, vacanze, ecc. La mattina quelli delle coop venivano con pullmini da 15 posti e portavano a scuola 1-2 bambini al massimo. Ciò non deve più avvenire, pena l’espulsione dal campo». Ovviamente servono controlli che, però, non possono essere affidati a ha gli appalti. «Finora - spiega ancora Santori - la vigilanza è stata affidata alle coop, a costi altissimi, circa 10 milioni all’anno. Con molto meno si possono pagare più straordinari ai vigili o assumerne altri». «I campi nomadi, comunque, devono posizionarsi fuori dai centri abitati ed essere a numero chiuso. Oggi ci sono 22 campi, fra riconosciuti e autorizzati. Il numero va sicuramente ridotto - dice Santori - devono restare solo quelli autorizzati: Salone, la Cesarina, Castel Romano, e pochi altri. Otto in tutto che vanno trasformati tutti in campi-sosta temporanei, della durata di 1-2 anni massimo, sul modello francese. Il Casilino 900 sarà il primo a essere spostato. Ma dove andrà, toccherà al nuovo prefetto deciderlo». Santori parla anche del cambio della guardia in prefettura: «Mosca vedeva le cose solo al punto di vista sociale. Il prefetto invece deve garantire soprattutto l’ordine pubblico; quello dei rom è un problema di ordine pubblico, serve fermezza. E le prime parole di Pecoraro ci rassicurano.

Intanto in commissione non abbiamo mai ricevuto dati sul censimento avviato da Mosca, tuttora incompleto. Sappiamo anche che molti all’arrivo della Croce Rossa si sono dati alla macchia. I dati in queste condizioni sono sicuramente sballati».

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