La prima emergenza: sicurezza. Subito

Cresce la paura dopo lo stupro della studentessa in pieno centro a Milano. Berlusconi telefona alla Moratti. Il sindaco: "M'ha assicurato che un piano per la sicurezza delle città del Nord sarà uno dei primi provvedimenti che verranno presi dal nuovo governo". Intanto i primi cittadini chiedono più poteri

La prima emergenza: sicurezza. Subito

Milano - Il «pacchetto sicurezza» sarà uno dei primi provvedimenti varati dal governo Berlusconi. Nuove norme, nuovi fondi e più uomini delle forze dell’ordine per affrontare l’allarme criminalità, diventato ormai la prima preoccupazione. Città grandi, medie o piccole ormai non c’è più molta differenza.

L’altra notte a Milano ancora una ragazza stuprata (la terza in dieci giorni). Violata da un extracomunitario irregolare a cui era già stato consegnato un decreto d’espulsione, ma che cercava tranquillamente lavoro in uno dei locali più in voga della movida cittadina. E che, dopo il «colloquio» per l’assunzione, ha trascinato una studentessa americana in una strada buia. Ancora un orrore. Ma con una speranza. Che il prossimo governo non faccia come quello di centrosinistra, sordo a qualsiasi richiesta di aiuto partita dai sindaci e molto più attento a non turbare troppo la sensibilità di Rifondazione comunista e della sinistra più radicale della quale Romano Prodi è stato per due anni ostaggio. Ad assicurarlo il leader del Popolo della libertà Silvio Berlusconi, con una telefonata ieri a Letizia Moratti. «Quel pacchetto sicurezza che noi sindaci abbiamo inutilmente atteso per due anni dal vecchio governo - racconta il sindaco di Milano -, sarà preso in esame in tempi brevi dal nuovo». Come dire che finalmente si gira pagina. «Sulla sicurezza - aggiunge - non sempre ho avuto ciò che volevo, ma ora sarà uno dei primi provvedimenti del nuovo governo, come mi ha assicurato Silvio Berlusconi che ho appena sentito».

E poi spiega che i provvedimenti saranno, come più volte chiesto, soprattutto di carattere normativo: nuove leggi che consentano ai sindaci di intervenire duramente. «Ci vuole certezza della pena - i primi esempi che le vengono in mente -, difesa delle donne e delle categorie più deboli, lotta ai reati predatori, alle truffe agli anziani, a droga e prostituzione». I rom e le espulsioni? «Un problema da affrontare nel rispetto delle regole europee». Tenendo cioè conto del fatto che bulgari e romeni sono ormai cittadini comunitari, ma anche che c’è una norma che consente di espellere chi non sia in grado di dimostrare di avere un’abitazione e un lavoro con il quale mantenersi lecitamente. «Tutti provvedimenti - ci tiene a precisare lady Letizia - che insieme ad altri sindaci avevamo discusso, elaborato e predisposto in tante riunioni e che poi erano stati trasformati da decreto legge in disegno di legge e poi smembrati in quattro o cinque disegni di legge. Del resto mai nemmeno portati in parlamento».

Un’inutile odissea che alla fine si era risolta in nulla. Grave, soprattutto perché da Milano grazie anche all’impegno del vicesindaco Riccardo De Corato sono sempre partite più proposte che richieste. Come il permesso di soggiorno a punti, con la somma dei reati che per risultato dà l’espulsione. O la banca dati del Dna, un cervellone in grado di raccogliere le impronte genetiche degli extracomunitari pregiudicati, soprattutto per reati seriali. Pugno duro anche nei confronti di recidivi e minori, nessuno sconto per chi «ci ricasca» e abolizione delle attenuanti per i minori con la possibilità di arrestare anche i baby scippatori e il reato di riduzione in schiavitù per chi li costringe alla strada.

Proposte, ma anche fatti già diventati realtà come le mille telecamere già installate che fanno di Milano la città più videosorvegliata d’Europa o i 200 nuovi «ghisa» che il Comune assume nonostante i tagli delle ultime

leggi Finanziarie. «L’allarme sicurezza lanciato da Milano, raccolto dagli altri sindaci e purtroppo non ascoltato - conclude la Moratti -, sarà finalmente ascoltato da un governo che sulla sicurezza assicura impegno».

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