Emissioni, piano Ue all’esame di Prodi

da Milano

Manovra a tenaglia contro il «piano Verheugen», attraverso cui l’Ue ha fissato i tetti di emissione di andidride carbonica che le auto dovranno rispettare dal 2012. Da Bruxelles con il presidente di Confindustria e della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, e da Roma, dove Sergio Marchionne, nelle vesti di numero uno dell’Acea, ha incontrato il premier Romano Prodi, sono state ribadite le preoccupazioni del settore rispetto all’iniziativa dell’Ue.
Di rientro dalla Cina, dove si è recato con alcuni manager della Fiat, Marchionne ha ribadito a Prodi come i limiti imposti «sono arbitrari e troppo severi, perché le idee avanzate da Bruxelles sono eccessivamente focalizzate sulle tecnologie dei veicoli e negano il fatto che una vasta gamma di strumenti sono disponibili per abbassare le emissioni di CO2 in maniera più efficace rispetto ai costi». Montezemolo ha invece avuto l’occasione di parlare direttamente con il fautore dell’iniziativa, il vicepresidente dell’Ue e commissario all’Industria, Gunter Verheugen.
«Siamo preoccupati - ha ammonito Montezemolo - in quanto tutto il peso della normativa ricade sul settore». Secondo l’Acea le proposte dell’Ue condurranno a perdite di posti e alla delocalizzazione delle produzioni fuori dal continente. «L’industria dell’auto - sottolinea una nota - non vuole partecipare a un esperimento». Il piano dell’Ue punta a limitare nell’arco di 5 anni le emissioni di CO2 delle auto private, portandole a 130 grammi per chilometro contro gli oltre 160 attuali, sviluppando le nuove tecnologie per motori più ecologici. Ma un ulteriore abbattimento di 10 grammi dovrà venire attraverso misure aggiuntive, come il miglioramento degli pneumatici, dei sistemi di aria condizionata e un maggiore uso dei biocombustibili. In Italia, intanto, il mondo dell’auto si ribella al blocco totale del traffico deciso per il 25 febbraio nel Nord Italia.

«L’inclusione nel provvedimento delle auto diesel Euro 4 se prive di filtro antiparticolato - rileva l’Unrae - è pura demagogia. I motori diesel contribuiscono a ridurre del 25% gli scarichi di CO2 e solo grazie a loro saranno raggiunti i tetti di cui si parla in questi giorni».

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