Economia

Enel: entro fine aprile la firma per Slovenske

L’ad Conti vuol creare un «hub» elettrico nel Centro Europa

Enel: entro fine aprile la firma per Slovenske

da Milano

Sarà firmato probabilmente entro aprile l’acquisto di Slovenske Elektrarne da parte dell’Enel e si fa più vicino anche il ritorno al nucleare per il gruppo italiano. Il presidente slovacco Ivan Gasparovic ha infatti dato ieri il via libera al decreto sul nucleare, che da luglio sblocca i fondi per lo smantellamento dei vecchi impianti e pone uno degli ultimi tasselli per il perfezionamento dell'acquisizione di Slovenske Elektrarne da parte dell'Enel. Con i nuovi impianti il gruppo elettrico italiano controllerà una capacità produttiva di circa 7mila megawatt tra nucleare, termoelettrico e idroelettrico.
Una mossa strategica per Conti, che tempo fa aveva previsto la conclusione dell'operazione entro fine aprile e che in questo modo potrà muoversi in due direzioni importanti per lo sviluppo del gruppo. Lo shopping slovacco segna innanzitutto il ritorno al nucleare, abbandonato nel 1987 dopo la tragedia di Chernobyl. E probabilmente il closing con Slovenske Elektrarne precederà il progetto - anch'esso alle battute finali - con i francesi di Electricité de France per i reattori di nuova generazione Epr, di cui Enel avrà il 12,5 per cento.
Con l'acquisizione slovacca, Conti mira a costituire uno hub nell'Europa centro-orientale che, grazie alla interconnessione con i paesi limitrofi, può essere un punto di partenza per un'espansione più ampia nell'area. Nello scacchiere energetico la prima azienda elettrica Slovacca non vale certo quanto la francese Suez - un dossier che per Enel sembra congelato fino al dopo-elezioni - ma l'Europa Centro-Orientale è comunque un'area ad alta crescita dove da tempo Enel ha stabilito la sua presenza, dalla Romania (con reti di distribuzione per 1,4 milioni di clienti), alla Bulgaria dove controlla una delle più grandi centrali del paese, alla Russia (dove gestisce, a San Pietroburgo, un impianto a gas da 450 megawatt) alla Bulgaria.
Come ha precisato il ministro slovacco dell'Economia Jirko Malcharek, il decreto non avrà alcun impatto sui consumatori: non ne risentiranno, cioè, i costi finali pagati per l'elettricità perché gli oneri per la liquidazione degli impianti nucleari rientrano già nel quadro regolatorio. La Slovacchia si è infatti dotata di recente di un Fondo nazionale per il nucleare, per finanziare i costi di gestione delle scorie e dello smantellamento. E in base all'atto costitutivo, i consumatori finali contribuiranno al fondo con 0,05 corone slovacche (1,3 millesimi di euro) per ogni kwh di energia elettrica, per un costo complessivo che non dovrebbe superare gli 850 milioni di corone all'anno.

E va aggiunto che secondo l’agenzia di rating Fitch l'arrivo di Enel come azionista strategico avrà probabilmente un impatto positivo nel profilo di business e finanziario della società slovacca.

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