Enel, margini in discesa: pioggia di «downgrading»

Enel, margini in discesa: pioggia di «downgrading»

Enel contatta gli analisti e in due giorni sulle azioni cade una pioggia di tagli di «raccomandazione» che manda al tappeto le quotazioni. Il titolo del gruppo elettrico in tre sedute ha lasciato sul terreno il 9,3%, chiudendo a 3,03 euro. In pochi giorni sono arrivati sei downgrade da parte di importanti broker internazionali.
Pare che, improvvisamente, nella testa di tutti gli analisti sia suonata la medesima sveglia che indicava il forte calo dei consumi di energia elettrica in Italia a dicembre e gennaio (rispettivamente -5% e -3% rispetto agli stessi mesi degli anni precedenti). Un allarme un po’ in ritardo, perché Terna, in qualità di gestore della rete, i dati li aveva già diffusi da tempo, lo scorso 8 febbraio. Fatto sta che i maggiori broker si sono precipitati, tutti insieme, a rivedere le stime, prevedendo consumi più deboli anche per il resto del 2012. Secondo diversi operatori sarebbe stata Enel a contattare gli analisti per avvisare che le stime del consensus, ovvero un Ebitda 2012 a 17,5 miliardi, erano troppo elevate. Il risultato è stato una raffica di downgrade. Jp Morgan giovedì aveva tagliato il giudizio da overweight a neutral con un prezzo obiettivo a 3,5 euro da 4 euro. Ieri Barclays ha abbassato il giudizio a equalweight da overweight, tagliando a 3,7 euro da 5,2 euro. Ubs è andata giù pesante bollando il titolo con sell da neutral: target price ridotto drasticamente a 2,75 euro da 3,25 euro. Anche Cheuvreux, che indicava Enel come uno dei suoi titoli preferiti lo ha declassato a underperform, con target tagliato a 3,2 euro da 4,2 euro. Bank of America-Merrill Lynch ha tagliato a neutral da buy, target a 3,5 euro da 3,85 euro. Infine Kepler rimane buy ma taglia il target a 3,6 euro da 4,2 euro. Chevreux nel report scrive che «dopo una discussione con la società» prevede uno scenario più fosco e taglia le stime di utile del 2013 di circa il 10%.
«Avvisare solo gli analisti e non, invece, tutto il mercato tramite il classico comunicato, non è un comportamento corretto», spiega un gestore «significa dare un vantaggio solo a pochi che potrebbero approfittare vendendo il titolo prima di altri, così come è avvenuto». Da Enel si difendono. L’investor relator del gruppo, Luca Torta, spiega di non essersi «mai pronunciato sul consensus 2012, abbiamo solo commentato i dati macroeconomici del settore». Dalla Consob, invece, nessun commento.
Se Enel in Borsa non brilla, nel mercato obbligazionario i suoi titoli vanno a ruba. Il gruppo ieri ha chiuso in anticipo l’emissione di un bond 3 miliardi di euro, 2,5 miliardi al tasso fisso del 4,885% mentre 500 milioni a tasso variabile pari all’Euribor a sei mesi più uno spread del 3,1%. La domande raccolte sono state pari a 5 miliardi.
Ora non rimane che aspettare le prossime previsioni della società che saranno diffuse, a tutti, il prossimo 8 marzo quando si terrà l’investor day. Un appuntamento durante il quale Enel toglierà il velo dal business plan dei prossimi 5 anni. Forte attesa anche sul dividendo che ora, dopo il taglio di stime, gli analisti si aspettano a 24 centesimi di euro, in calo dai 28 centesimi dell’anno precedente.


Il caso Enel ha richiamato le vendite sugli altri titoli del comparto: A2A ha perso il 5% in tre sedute, Iren il 4,5%, Hera il 3%. «Ora arriveranno previsioni deboli anche per queste società che in Italia operano nello stesso comparto di Enel», prevede un analista.

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