Anche la Francia entrerà nel gasdotto South Stream. Eni e Gazprom faranno spazio al gruppo elettrico a controllo pubblico Edf allinterno del consorzio che guida la costruzione del sistema di gasdotti, attualmente allo studio, che collegherà la Russia allUnione europea attraverso il mar Nero. «Abbiamo firmato un accordo di principio per favorire lentrata di Edf in South Stream», ha spiegato ieri nel corso del bilaterale Italia-Russia, lad di Eni, Paolo Scaroni, sottolineando di vedere «con favore lentrata di un partner così importante in questo progetto».
Certo, ha aggiunto, «dovremo negoziare le condizioni», con particolare riferimento «allammontare della partecipazione, a cui sono collegati i quantitativi di gas che verranno commercializzati». Dovrà essere anche discusso «il valore, perché abbiamo investito tempo e denaro fino ad adesso» nel progetto che vede attualmente come unici partner Eni e il gruppo russo Gazprom.
Il tema principale è proprio la quota che finirà in mano a Edf. «È un tema su cui siamo aperti», dichiara Scaroni. Il gruppo francese potrebbe rilevare il 10%, ma non è ancora chiaro se Eni e i russi cederanno una quota uguale di capitale (scendendo così entrambi al 45%) o se uno dei due venderà una quota maggiore dellaltro. Non è un gioco di potere, è tutto commerciale», ha detto Scaroni; «vedremo durante la negoziazione qual è il punto di caduta ideale per tutti».
Va osservato che i rapporti tra Eni ed Edf sono buoni, e che anche le finalità di accesso al gas russo sarebbero diverse: i francesi, infatti, lo utilizzerebbero soprattutto per alimentare le centrali di produzione di energia elettrica. Entro lanno Scaroni incontrerà nuovamente sia - l11 dicembre a Venezia - il ceo di Edf, Henri Proglio, sia il presidente di Gazprom, Alexei Miller.
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