Energy drink, gli «allunganotte»

Ormai è diventata una moda consolidata fra i nottambuli che alla sera attraversano le strade della capitale tirando fino a tardi, possibilmente sino all’alba. Stiamo parlando dei cosiddetti «energy drink», le bibite analcoliche a base di ingredienti energetici come la caffeina o la taurina, il cui consumo (e non è un caso) aumenta proporzionatamente a quello degli alcolici, soprattutto tra i giovani sotto i 30 anni.
Un successo che trova conferma nei locali del centro («sono la bevanda più richiesta dopo la birra», riferisce il gestore di un pub a Trastevere) e tra chi li frequenta («quando esco me ne scolo 3 o 4 così non sento la stanchezza», confessa Alessio, un ragazzo di 27 anni che l’altra notte bazzicava per Campo de’ Fiori assieme a una comitiva di amici) e che fa leva, almeno in parte, su una convinzione che per adesso non ha avuto riscontro sul piano scientifico. Sono in molti, infatti, a credere che queste bevande aiutino a contrastare i mali di una sbornia, benché gli studi condotti finora non dicano niente in proposito, ed è plausibile, dunque, che i giovani vi facciano ricorso al fine di assumere maggiori quantitativi di alcol.
Il consumo smodato di questo tipo di bibita, che se bevuta con moderazione è assolutamente innocua, preoccupa a ogni modo la Società italiana di farmacologia. Al punto che recentemente è stato chiesto al ministero del Welfare di aggiungere sui contenitori un’avvertenza che ne sconsigli vivamente l’uso ai cardiopatici e agli ipertesi oltre che in associazione con gli alcolici. Una soluzione simile a quella che a breve verrà adottata in Francia dove, dopo dieci anni di aspro divieto, gli «energy drink» si apprestano a fare il loro ingresso sul mercato, mentre altrove, in Danimarca come in Norvegia, continuano a essere proibiti. Nel frattempo i locali della notte, dai bar del centro storico alle discoteche del litorale, si muovono nella direzione opposta e propongono al pubblico una serie di cocktail dai nomi fantasiosi (Buffalo Bull, Bull Doc, Jingle Bull) mischiando la bevanda energetica ai superalcolici.
In un pub nei pressi di piazza Navona la lista si allunga ulteriormente: «Da noi quelli più in voga - afferma la barista - sono lo Spritz Bull e il Mojito Bull». Gli amanti del genere, altrimenti, preferiscono i mix a base di vodka. La differenza di prezzo tra il cocktail e la bibita solamente inoltre è spesso esigua, mentre nelle discoteche (dove generalmente la prima consumazione è compresa nel costo del biglietto) è persino nulla, così viene a mancare anche quello spauracchio che è il deterrente economico.
Nati, in principio, per ritemprare gli sportivi, gli «energy drink» sono diventati la bevanda del popolo della notte, una sorta di pozione magica per chi vuole bere a più non posso senza pagarne lo scotto.

Ma le pozioni non esistono e se è vero che queste bibite aiutano a ridurre la sonnolenza è altrettanto vero che la percezione di essere svegli (quando si è alzato un po’ troppo il gomito) rischia di rivelarsi un’illusione di lucidità non priva di conseguenze.

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