Eni conquista il gas del Belgio Sconfitti francesi e tedeschi

Stabilito un prezzo «molto ragionevole». L’appoggio del governo belga ha determinato l’esito della gara

da Milano

Eni ha acquisito il gruppo belga Distrigaz dalla francese Suez: il contratto è stato firmato ieri a Bruxelles dall’ad di Eni, Paolo Scaroni, e dal numero uno di Suez, Gerard Mestrallet. Il prezzo concordato per il 57,243% di Distrigaz in mano a Suez è di 2,738 miliardi di euro, con un premio dell’8,3% sulla chiusura di venerdì scorso. Distrigaz viene così valorizzata per un totale di 4,8 miliardi di euro. Con l’acquisizione l’Eni ottiene la leadership nel gas in Europa, con una quota di mercato del 22-23% contro l’attuale 18-19%, oltre a diventare il primo operatore in Belgio: «Distrigaz oggi vende 17 miliardi di metri cubi di gas l’anno, che si aggiungono ai 100 nostri. Si realizza una forte accelerazione nella strategia Eni di svilupparsi fuori dall’Italia - ha detto Scaroni - un’occasione così capita una volta ogni dieci anni». E che sia un’occasione unica lo conferma un altro dato sottolineato dall’ad di Eni: «Paghiamo un prezzo molto ragionevole, nove volte l’Ebitda», un moltiplicatore ben più basso di quello adottato solitamente per il settore.
Distrigaz nel 2007 ha fatturato 4,3 miliardi e si trova in una posizione strategica quasi unica, all’incrocio tra i mercati tedesco e francese da un lato, e tra i giacimenti del mare del Nord e l’Europa continentale dall’altro. Possiede, tra l’altro, una partecipazione del 16,4% in Interconnector Uk, la società proprietaria dell’interconnessione delle reti di transito tra Belgio e Regno Unito (anche se un 5% sarà «girato» a Suez). E, infatti, non solo commercializza metano sul suo mercato di riferimento, il belga, ma anche in Francia, Germania, Olanda e Lussemburgo. Con una prospettiva: i pozzi del mare del Nord si stanno avviando verso una fase di sempre minor produzione, il rigassificatore di Zeebrugge (che appartiene al gruppo belga) diventerà così la porta obbligata per le forniture di una vasta area dei Paesi su cui si affaccia Distrigaz. E Scaroni si è già impegnato con il governo di Bruxelles per un potenziamento del terminale.
Ma vediamo quello che Eni (che ha avuto Mediobanca e Lazard come advisor) cederà a Suez asset per il controvalore di 2,7 miliardi, a partire dalla rete Italgas di distribuzione del gas Roma e alcuni comuni limitrofi, per una lunghezza complessiva di 5.300 chilometri, che distribuisce 1,5 miliardi di metri cubi l’anno a 1,2 milioni di clienti, valutata 1,1 miliardi di euro. E poi, un contratto a lungo termine per l’approvvigionamento di gas in Italia e all’estero per un periodo fino a 20 anni. Inoltre: il diritto a ritirare fino a 1.100 Mw di elettricità dalle centrali Eni per 20 anni, al prezzo di 1,2 miliardi di euro; partecipazioni in campi esplorativi per 273 milioni; un contratto di approvvigionamento per 0,9 miliardi di metri cubi di gas liquefatto nel golfo del Messico per 20 anni.
C’è anche da aggiungere che Distrigaz, lo scorso 20 maggio, ha pagato ai suoi azionisti un dividendo di 251,36 euro.


L’operazione dovrebbe essere chiusa entro il 2008, e dovrà essere preceduta dal via libera degli azionisti alla fusione Suez-Gaz de France. Publigas (controllata dallo Stato belga) che detiene il 31,25% di Distrigaz, dovrà rinunciare alla prelazione. Eni lancerà poi un’Opa sulle rimanenti azioni Distrigaz.

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