da Milano
«Sui rigassificatori è una catastrofe» ha risposto ieri lad dellEni, Paolo Scaroni, a una domanda del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro allingresso di Palazzo Chigi. «Come va con i rigassificatori?» ha chiesto Di Pietro. «È una catastrofe. Non si riesce a farne neanche uno» ha replicato Scaroni chiedendo al ministro un incontro a breve: «Dobbiamo vederci». Scaroni è andato a Palazzo Chigi per «organizzare il viaggio» in Kazakistan in programma nella prima metà di ottobre alla ricerca di una soluzione del contenzioso sul giacimento di Kashagan.
E dal Kazakistan sono arrivati segnali distensivi: lattuale contratto per Kashagan è inaccettabile per le autorità kazake, convinte, tuttavia, che «una soluzione amichevole ed equilibrata rispetto agli interessi delle parti sarà trovata» ha dichiarato il ministro kazako dellEnergia, Suauat Minbayev.
Il ministro ha anche lasciato intendere quali punti premano particolarmente ad Astana nei negoziati per la revisione del contratto di licenza di sviluppo di Kashagan. «A nostro avviso, non possiamo sottoscrivere il progetto nella forma attuale - ha detto Mynbaev - stiamo negoziando e alla fine una soluzione amichevole ed equilibrata rispetto agli interessi delle parti sarà trovata. Noi capiamo che i prezzi dellacciaio e di altri materiali sono aumentati e questo non può essere ignorato. Siamo pronti a discuterne concretamente. Non ci opponiamo allaumento dei costi a livelli sostenibili, ma ci opponiamo a tutto il resto».
Il ministro kazako ha lasciato intendere che si può trovare una via intermedia tra i costi prospettati inizialmente e le nuove stime. Sullallungamento dei tempi previsti per lavvio della produzione a Kashagan - dal 2008 alla seconda metà del 2010 - Mynbayev non ha puntualizzato. Mentre ha giudicato «non fondamentale» un aumento della partecipazione kazaka nel progetto.
Eni, distensione dal Kazakistan
Il ministro dellEnergia: «Possibile una soluzione amichevole e equilibrata»
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