Eni fa soldi in Irak e prepara 20 miliardi di nuovi investimenti

L’investimento in Irak raggiunge il break-even e diventa remunerativo per Eni. Il gruppo petrolifero festeggia i 200mila barili di produzione al giorno nel giacimento di Zubair, un traguardo atteso e annunciato dallo stesso ad Paolo Scaroni, che ieri si è recato a Bagdad nell’ambito della missione del ministro degli Esteri, Franco Frattini.
Scaroni lo aveva anticipato nel giugno scorso: il giacimento di Zubair, situato nel Sud del Paese presso Bassora, sarebbe diventato remunerativo (anche se in misura «marginale») entro la fine dell’anno, con il superamento dei 200mila barili al giorno. L’obiettivo ora è stato raggiunto: la produzione è salita a ritmo sostenuto, passando dai circa 183mila barili iniziali del 18 febbraio 2010, data di entrata in vigore del contratto, a oltre 201mila, quota minima per garantire il recupero dei costi sostenuti.
L’aumento di produzione del giacimento, spiega Eni, è il risultato della stretta cooperazione e del coordinamento all’interno della società Zubair field operating division, costituita dai membri del consorzio (Eni guida il gruppo con una quota del 32,81%, mentre gli altri partner sono la compagnia statale irachena Missan oil company con il 25%, Occidental petroleum corporation con il 23,44% e Korea gas corporation con il 18,75%) in collaborazione con la società irachena Soc per la gestione nel giacimento. Centrato il primo obiettivo, il consorzio prevede di aumentare la produzione del giacimento di Zubair, considerato uno dei più grandi dell’Iraq, a 1,2 milioni di barili al giorno. L’obiettivo di produzione sarà raggiunto in maniera progressiva nell’arco dei prossimi sei anni e poi mantenuto per altri sette. Per centrare i target, gli investimenti saranno progressivi nel tempo e ammontano complessivamente a 20 miliardi di dollari in 15 anni per il consorzio.
Eni, che ha ottenuto la licenza per Zubair nell’ottobre del 2009, ha rapporti con l’Iraq da quasi 80 anni. Nell’area del Medio Oriente è attiva in Arabia Saudita dal 2004 nelle ricerca di gas, nello Yemen dal 2008, a seguito dell’acquisizione di Burren Energy, ed è anche qui concentrata nella sola fase esplorativa. Nel Turkmenistan è presente dal 2008 (sempre dopo l’acquisizione di Burren Energy), e qui, dove collabora con l’Agenzia di Stato per gli idrocarburi, nel 2009 ha ottenuto una quota di produzione di 12mila barili al giorno, prevalentemente gas. In Pakistan, Eni è presente dal 2000 e nel 2009 la produzione media giornaliera in capo al gruppo è stata di 58mila barili olio equivalenti al giorno.

Nel giugno scorso Scaroni aveva aperto a «un potenziale interesse» di Eni al gas naturale afghano, ma proprio nei giorni scorsi egli stesso ha smorzato, ritenendo «prematuro» parlare di una disponibilità di Eni a investire in Afghanistan, anche se ci sono stati contatti con esponenti del governo locale.PS

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