Eni rafforza l’utile netto No a cedole straordinarie

Eni rafforza l’utile netto No a cedole straordinarie

«Un anno di grandi successi esplorativi». Così l’ad di Eni, Paolo Scaroni, commenta i risultati del 2011, positivi sia dal punto di vista dei conti - l’utile netto cresce del 9%, sfiorando i sette miliardi di euro - sia da quello operativo, soprattutto grazie alla grande scoperta di Mamba in Mozambico: proprio ieri è stata annunciata una nuova scoperta giant di gas naturale nell’offshore, dove è stato rilevato un potenziale minerario di 212,5 miliardi di metri cubi di gas. Un successo, quello di Mamba, che «cambia il profilo del gruppo, assicurando anni di crescita futura e opportunità di investimento e reddito».
Tanto più che i pozzi del Mozambico aprono «straordinarie opportunità di sviluppo in Asia dove la domanda di gas cresce a ritmi sostenuti - sottolinea l’ad -; abbiamo anche rafforzato la nostra presenza in aree ad alto potenziale produttivo, quali il Mare di Barents, l’Angola e il Sud-Est Pacifico». Più che mai d’attualità in questi giorni gelidi, il tema del gas è naturalmente collegato a quello degli approvvigionamenti: si parla, quindi, di Libia e di Russia. Giusto un anno fa, a Tripoli scoppiava la rivolta: oggi, «il ripristino della produzione in Libia in tempi record ha limitato l’impatto della rivoluzione sui risultati del 2011», ha detto ancora Scaroni. Eni punta a ripristinare la produzione a pieno regime in Libia nella seconda metà del 2012 a fronte di un 80% comunque già operativo.
Più complessa la vicenda Gazprom: il negoziato con il colosso russo per la rinegoziazione dei contratti del gas «sta andando avanti in modo costruttivo - ha detto Scaroni - e sarà retroattivo per tutto il 2011», con benefici ancora non inclusi nei risultati della divisione Gas & Power dello scorso anno. Scaroni ha anche aggiunto che si punta a chiudere il negoziato per i contratti di lungo termine nella prima parte del 2012.
L’altro tema del giorno è la separazione da Snam: Scaroni ha tenuto a ribadire che con la cessione Eni «sarà più forte non più debole», chiarendo però che «è troppo presto per dire come e quando avverrà la separazione», perché dipende dal governo. In ogni caso, «vogliamo fare una cessione trasparente», ha aggiunto, sottolineando che «gli interessi degli azionisti di Snam saranno tutelati». Eni, infine, «non ha pianificato un dividendo straordinario» dalla cessione.


Gli azionisti possono comunque stare tranquilli: nonostante le difficoltà congiunturali in Italia e in Europa, Eni, ha promesso l’ad, «grazie al suo eccellente posizionamento strategico, continuerà a generare risultati al top dell’industria e a creare valore per gli azionisti nel lungo termine». Il dividendo sarà infatti di 1,04 euro - da 1 dell’anno precedente - di cui 0,52 euro già distribuiti come acconto. In Borsa, Eni ha perso lo 0,4%.

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