da Milano
Crescono utile netto e produzione di idrocarburi dellEni nel primo semestre dellanno. Nel secondo trimestre lutile netto è aumentato del 39,1% arrivando a 1,89 miliardi di euro, mentre a livello semestrale, si è attestato a 4,3 miliardi, in crescita del 29,1% rispetto alla prima metà del 2004. A spingere i risultati di Eni sono il favorevole andamento dello scenario caratterizzato dallaumento del prezzo del Brent del 46% e del margine di raffinazione del 29% (i cui effetti sono stati parzialmente assorbiti dallindebolimento del 4,7% del dollaro sulleuro), una forte crescita delle attività di esplorazione e produzione (più 6,4% la produzione di idrocarburi dovuta allavvio di nuovi giacimenti principalmente in Libia, Angola, Kazakhistan e Iran, mentre la crescita delle vendite di gas naturale (+7,2%) è dovuta allespansione nei mercati europei e ai maggiori impieghi nella produzione di energia elettrica nelle centrali elettriche dellEni.
Il titolo ha reagito raggiungendo un nuovo massimo durante la giornata a 23,75 euro, ma in chiusura è ripiegato dello 0,51 per cento.
Il presidente del gruppo, Roberto Poli, ha detto che lEni continuerà nella sua politica di crescita allestero attraverso investimenti e acquisizioni, una linea su cui cè identità di vedute con lamministratore delegato, Paolo Scaroni. «LEni - ha detto - è cresciuta nel secondo trimestre 2005 di più, in termini percentuali, di tutte le principali oil company mondiali, sia in termini produttivi ed operativi sia per incremento dei risultati». Secondo le stime degli analisti, infatti, lEni è uno dei pochi gruppi internazionali che nella prima metà dellanno è riuscito ad aumentare la produzione petrolifera: laumento del gruppo italiano (6,4%) è stato quasi il doppio del 3,6% di Bp (considerata assieme alla russa Tnk), tutte le altre compagnie o hanno registrato un calo (come Total con -2,6% o Exxon con - 4,3%) o hanno chiuso con incrementi molto limitati. Quanto alle possibili acquisizioni, Poli ha notato che il rapporto capitale-debito è «molto basso», pari a 0,26 e la società «è in grado di finanziare nuovi investimenti» che saranno fatti «solo allestero perché in Italia non possiamo crescere» in seguito alla legge sulla liberalizzazione del settore.
Da parte sua Scaroni nella conference call con gli analisti ha detto che sono state apportate «alcune modifiche» chieste dallAntitrust al contratto per la vendita di Ip ad Api «pur mantenendo inalterata la valenza economica dellaccordo originario».
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