Economia

Eni, slitta l’incontro di domani sul caso-Kashagan

da Milano

Slitta l’incontro atteso per domani tra i vertici dello Stato kazako e il consorzio guidato da Eni per lo sfruttamento del maxigiacimento del Kashagan. È quanto ha anticipato il Wall Street Journal.
Il motivo del rinvio è l’assenza del presidente kazako, Nursultan Nazarbayev, attualmente, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kz Today, in Cina per una serie di incontri diplomatici. L’incontro, a cui parteciperanno tutti i numeri uno delle società presenti nel consorzio a partire dall’amministratore delegato del cane a sei zampe, Paolo Scaroni, non si terrà quindi prima di domenica 13 gennaio.
Cresce così l’attesa per un faccia a faccia tra le due parti che potrebbe chiudere la lunga vicenda apertasi la scorsa estate con le rivendicazioni del governo di Astana, a seguito dei ritardi nell’avvio della produzione del giacimento. A dicembre governo e consorzio hanno siglato un protocollo d’intesa, dandosi tempo fino al 15 gennaio per trovare un accordo definitivo.
Nel frattempo, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, l’esecutivo kazako ha dato un ultimatum ad Eni per il pagamento delle tasse dovute dall’unità locale del gruppo dopo l’indagine avviata dalle autorità locali sulle attività energetiche in Kazakistan. Il viceministro delle Finanze Daulet Ergozhin, che ha negato alcun legame con le vicende del Kashagan, ha dato tempo all’Agip fino alla fine di gennaio per rimborsare le somme richieste dal governo.
Il vertice tra i produttori di petrolio potrebbe porre fine a una contesa apertasi la scorsa estate a seguito dei ritardi nella data di avvio di produzione del greggio e del conseguente innalzamento dei costi.
«Troveremo una soluzione», ha ribadito recentemente l’amministratore delegato di Total, Christophe De Margerie, confermando il «cauto ottimismo» palesato anche da Scaroni, alla vigilia dell’incontro preparatorio del dicembre scorso a Londra. Total è una delle attuali capofila di Kashagan, con una quota del 18,52% uguale a quella di Exxon, Shell e dell’Eni, che però è anche lead operator del progetto.

La disputa sull’avvio della data di produzione potrebbe ulteriormente rinviare l’avvio dell’estrazione del greggio, portandolo al 2011 invece che al secondo semestre del 2010, come attualmente è previsto.

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