Entra in centro ebraico e spara: un morto

L’assassino, americano e musulmano, ha urlato: «Sono arrabbiato con Israele»

Marta Ottaviani

Il conflitto fra Israele e Libano ha tirato fuori il suo lato peggiore: quello della follia e del fanatismo. E venerdì pomeriggio, come recita il titolo del Seattle Times, «Hatred hits home», l’odio colpisce casa. Naveed Afzal Haq, musulmano di 30 anni, ha fatto irruzione nella sede della Federazione ebraica di Seattle e aperto il fuoco, uccidendo una persona e ferendone altre cinque. Di queste, ora, tre sono in gravi condizioni.
L’uomo per entrare nell’edificio ha usato come scudo umano un’impiegata che che aveva aperto la porta di sicurezza con il suo codice. La tragedia si è consumata nel giro di pochi minuti. Naveed si è introdotto negli uffici dell’organizzazione e ha urlato: «Sono un musulmano armato e sono arrabbiato con Israele». Subito dopo ha aperto il fuoco, stroncando la vita di una donna di soli 23 anni e dando sfogo al suo cieco odio.
Arrestato dalla polizia, adesso è accusato di omicidio volontario e di cinque tentati omicidi. Stando a quanto dichiarato dalle autorità di Seattle, Naveed Haq non risiede nella città americana e è già sotto inchiesta nella contea di Benton, nello stato di Washington, per atti osceni in luogo pubblico. Suo padre, Mian Haq, è stato uno dei fondatori del Centro islamico di Richland. Un suo amico, Youseff Shehadeh, ha descritto l’assassino come «un tipo solitario, il cui carattere era peggiorato a vista d’occhio negli ultimi anni».
Il sindaco di Seattle ha reso noto che il governo cittadino si sta attivando per proteggere le sinagoghe e altri obiettivi che possono divenire oggetto di attacchi da parte di fanatici, ma al tempo stesso ha sottolineato che non ci sono gli estremi per far pensare a una minaccia diffusa. David Gomez, agente speciale dell’Fbi, ha dichiarato al Seattle Times: «Non ci sono indizi per supporre che il killer facesse parte di un’organizzazione terroristica. Siamo orientati a credere che si sia trattato di un gesto individuale contro l’organizzazione, compiuto da un fanatico».


Intanto, l’agenzia federale ha messo in guardia tutte le Organizzazioni e comunità ebraiche presenti sul territorio nazionale. Qualcun altro potrebbe tentare di colpirle, accecato anche lui dall’odio e da un qualcosa che con la regione ha ben poco a che vedere.

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