Entrate fiscali in calo. Meno che in Eurolandia

La coda della crisi economica continua a colpire le entrate fiscali, ma meno che nel resto d’Europa. Nei primi due mesi del 2010, le entrate sono calate di 809 milioni di euro (-1,4%) sullo stesso periodo del 2009, toccando i 56,2 miliardi. Nel solo mese di febbraio, il calo è stato più cospicuo (-3%). L’Ires, l’imposta sui redditi delle società, ha fatto segnare una diminuzione del 7,3%, ma potrebbe recuperare in marzo. Tengono invece l’imposta sui redditi delle persone Ire (+1,4%) con un introito di oltre 30 miliardi e mezzo di euro, e l’Iva (+0,8%). L’Irap ha incassato 2,3 miliardi, con un incremento dello 0,6 per cento.
Secondo il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, il confronto con gli altri Paesi europei premia l’Italia anche dal punto di vista delle entrate, che mostrano una «buona tenuta». Nei primi due mesi di quest’anno, si legge in una nota del dicastero, «le entrate in Germania hanno accusato una flessione del 5,4%, e in Spagna del 3,6%».
Secondo i calcoli della Banca d’Italia, che segue un metodo differente, nel mese di febbraio le entrate di cassa sono diminuite di circa il 2%, mentre nel primo bimestre hanno fatto segnare un calo del 2,5%, a 53,479 miliardi. La stessa banca centrale, nel supplemento al bollettino statistico, calcola che l’ammontare del debito pubblico in febbraio ha raggiunto quota 1.795,066 miliardi di euro, contro i 1.788,134 miliardi di gennaio.

L’incremento mensile è dello 0,3%, mentre su base annua arriva al 5 per cento.
Non si tratta, comunque delle cifre ai fini del patto di stabilità Ue, che prende invece in considerazione il rapporto fra il debito pubblico e il prodotto interno lordo.

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