Entusiasmo, calendario e forma gli alleati-scudetto

Entusiasmo, calendario e forma gli alleati-scudetto

Ventidue risultati utili consecutivi. Come Liedholm, anzi meglio dell’allenatore svedese guardando il ruolino della Roma di Ranieri (16 vittorie e sei pareggi contro le 10 vittorie e il dodici pareggi del Barone nel torneo 1981-82). Quasi come Capello che nella stagione post-scudetto (2001-2002) era arrivato a quota 24. La marcia giallorossa è inarrestabile, in città si alimenta il sogno tricolore. Che per almeno cinque motivi può diventare una realtà.
La forma del gruppo - Nella rimonta della Roma all’Inter, quello che ha sorpreso è stata la forma fisica della squadra. Dopo un periodo di leggero appannamento, coinciso con i tre pareggi consecutivi contro Napoli (ma con un rigore a sfavore nel finale), Milan e Livorno, il gruppo ha ripreso a correre. La bravura di Ranieri, finora, è stata quella di dosare al meglio i suoi giocatori e di mandare in campo sempre l’undici più in forma. Recuperando via via anche elementi che iniziavano ad essere un po’ ai margini (dal Cassetti che si scopre uomo derby al Menez che non riusciva a mostrare la sua classe fino alla rivelazione Julio Sergio).
Il calendario - Se si guarda agli ultimi sei impegni del torneo, il cammino della Roma sembra più agevole delle avversarie: Atalanta, Sampdoria e Cagliari in casa, Lazio, Parma e Chievo fuori. Gli unici veri ostacoli paiono il derby - partita che esula da qualsiasi pronostico - e la sfida con i blucerchiati degli ex Cassano, Delneri e Guberti, qualche problema può crearlo la disperata Atalanta, mentre le altre tre squadre sono già salve e fuori da qualsiasi chance europea.
I romanisti - In panchina Ranieri, in campo De Rossi e il ritrovato Totti. L’anima romana e romanista dei tre è un punto di forza per la squadra. Il tecnico, a detta di molti addetti ai lavori (vedi Bruno Conti e Carletto Mazzone), è colui che ha dato compattezza e normalità alla truppa giallorossa e ha saputo, dopo qualche difficoltà iniziale, ricostruire i pezzi del mosaico spallettiano. De Rossi, Capitan Futuro, sta tornando in forma mondiale dopo molte sfide sottotono. Il capitano ha disputato solo 17 partite in questa stagione, ma se gli infortuni gli daranno tregua nel rush finale il suo contributo sarà decisivo.
L’ambiente - La città di sponda giallorossa è impazzita di gioia. Caroselli nella notte dopo il successo con l’Inter, l’invasione di oltre diecimila tifosi a Bari. E già si preannuncia una buona presenza di pubblico con l’Atalanta e in molti, nonostante i giorni di festa, stanno già esercitando il diritto di prelazione per il derby con la Lazio del 18 aprile. Per non parlare del tam tam radiofonico che ha conosciuto una piccola tregua solo nel giorno di Pasquetta.


Le analogie - In questi giorni in tanti hanno scavato nella memoria a caccia di analogie con la stagione dell’ultimo scudetto: un allenatore in panchina (Ranieri) che come quello dell’epoca (capello) aveva giocato da giovane in giallorosso; un centravanti con determinate caratteristiche e dal passato viola (Toni oggi, Batistuta allora); un francese in rosa (Candela nel 2001, Menez nel gruppo attuale); un baluardo argentino in difesa (Samuel nell’anno del tricolore, Burdisso nel 2010); un centravanti che fa l’ala sinistra (Delvecchio con Capello, Vucinic con Ranieri), il blocco brasiliano (Zago, Aldair ed Emerson ieri, Julio Sergio, Juan e Julio Baptista oggi); una vittoria nel finale di stagione a Bari (4-1 nel 2001, solo 1-0 sabato scorso). Naturalmente è solo un gioco, ma vallo a dire a chi crede nella scaramanzia...

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