da Roma
Si pensava che, dopo la firma dei piloti sullaccordo Alitalia, ieri dovesse essere la giornata del «tutto è bene quel che finisce bene». Non è stato così. La Cgil è tornata allattacco su scuola e riforma dei contratti. Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, lei che cosa ne pensa?
«Mi lasci dire una cosa sullaccordo Alitalia. La conclusione di oggi è molto importante. Le cose sono andate come noi pensavamo già molti mesi fa: si ricostituisce la compagnia di bandiera, mentre tutti gli esterofili pensavano che si trattasse di una operazione retrò. Al contrario, la compagnia di bandiera ha valore per il prestigio di un Paese e per la sua economia. Per fortuna, è andata come volevamo. La cordata dimprenditori è importante, e per la prima volta si impegna ad acquisire non una società pubblica di servizi o un monopolio naturale, ma una azienda esposta a fortissima concorrenza in un settore molto turbolento. Negli ultimi tempi sono saltate ventisette o ventotto compagnie: la sfida imprenditoriale cè tutta».
Ci vogliono spalle robuste, non solo italiane...
«Alitalia era una zitella vecchia e brutta ma con un patrimonio enorme: il mercato italiano del volo, che è il quinto nel mondo. Ecco perché tedeschi, francesi e inglesi fanno a gara per partecipare alla nuova compagnia: chi di loro vince, diventerà il più forte dEuropa. Vede, molti elementi finora sottovalutati di questa vicenda stanno emergendo adesso. Abbiamo ottenuto più garanzie per i lavoratori, e realtà come Atitech verranno salvaguardate. Insomma è andata bene, potevamo anche chiudere qualche giorno prima. Il decollo della nuova compagnia però val bene una messa cantata con la partecipazione dei ritardatari».
Ci siamo, Bonanni. Quelli che lei chiama «i ritardatari» avrebbero potuto far fallire il negoziato, e la compagnia. E comunque, alla fine di queste settimane, qualche ferita resta aperta.
«La vicenda politica italiana è sempre attraversata dai veleni. Non cè da meravigliarsi perché veleni e attacchi personali servono a coprire gli errori e le responsabilità. Più errori fanno, maggiore è lastio. È un vizio che però può essere pericoloso, ha sempre prodotto guasti molto gravi. Chi ha buon orecchio, intenda».
Il segretario della Cgil, Epifani, è tornato in piazza a minacciare lo sciopero generale nella scuola, e per dire che laccordo con Confindustria sui contratti ora è più difficile.
«Il mio collega dovrebbe avere più coraggio. Quando ha problemi, la Cgil spesso si ripiega in se stessa; ma una vera dirigenza sa superare questi momenti proprio collegandosi agli altri soggetti. La Cgil ha da tempo la tendenza a fare da sola: è sbagliato, sviluppa la debolezza sindacale proprio ora che ci sono in vista impegni importanti. Io invito Epifani alla responsabilità, a non rovinare il lavoro fatto insieme. Alzare i muri è segno di debolezza, non di forza».
Presto vi rivedrete con la Confindustria per discutere la riforma dei contratti. Epifani parla di proposte «sovietiche» degli imprenditori. Avete letto le carte e non ve ne siete accorti?
«Ma insomma, Cisl e Uil avranno capacità di discernimento almeno pari, se non superiore, a quella della Cgil? Moderiamo i termini, e teniamo i piedi per terra perché questa trattativa sul modello contrattuale è davvero importante. Il sistema che abbiamo è vetusto, bloccato, vive quasi soltanto di contrattazione nazionale. Non offre spunti laddove si produce qualità e ricchezza. Di questi temi parleremo sabato prossimo, in una manifestazione a Roma».
Voi siete per laccordo.
«Non possiamo bucarlo e dobbiamo anche fare in fretta.
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