Finalmente il Pdl si è deciso, dopo lunga paziente sopportazione, a buttarlo fuori. E Fini se lo è meritato per la sua insipienza e troppa sicumera, senza nessuna compassione. La sua arroganza, la presunzione, la puntigliosa interdizione era diventata insopportabile. Lespressione della sua faccia sempre più aspra, severa, cattiva, critica e anche irridente verso il presidente del Consiglio è indice di un conflitto interiore patologico che per gelosia o per mania di grandezza ormai lo attanaglia fino ad alienarlo. Le immagini del resto parlano da sole, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso.
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I giornali di sinistra con la Repubblica in testa si consolano scrivendo che: «Il Pdl non cè più», «Il Pdl è morto» ecc. Nulla di più falso perché fra la gente, con leliminazione delle mele marce, è più forte di prima. Oltretutto non hanno alcun motivo per esultare: se si dovesse tornare al voto prenderebbero unaltra sonora bastonata. Da mesi tutti aspettavano questa espulsione. Era ora!
Giancarlo Testi
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Fine di un incubo! Speriamo che tutte le metastasi (da Follini a Fini e accoliti) siano finalmente debellate. Adesso il Pdl può far vedere a tutti cosa può e sa fare (se vorranno gli eletti!). Non ci sono più scuse. E che Dio ce la mandi buona.
Giorgio Bonaguri
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Sono felicissimo della cacciata di Fini. Costi quel che costi. Però vedrei con piacere una bella ramazzata interna in tanti ruoli chiave. Non si tratta di giustizialismo, ma di opportunità politica. Magari non ci saranno reati gravi, ma limmagine di affaristi e maneggioni con le mani in pasta dappertutto nuoce gravemente al Pdl, così come le caste ormai inchiavardate al potere, fisse e inamovibili. Troppi capitani di lungo corso, troppi padrini locali, troppi profittatori politicanti. Dove sono le facce nuove, dovè il Pdl che doveva cambiare lItalia spazzando via la vecchia politica? Io vedo vecchi o nuovi mandarini che fanno quello che facevano prima i Dc, se non peggio e certamente con più arroganza. Troppo poco, è ora di cambiare davvero. Il tempo sta scadendo.
Paolo Capri
Pisa
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Ci auguriamo soltanto che i numeri nella maggioranza siano sufficienti per governare senza altri intoppi e senza che Berlusconi debba accollarsi altre responsabilità. Non sarebbe giusto, fruttuoso per il Paese e per lo stesso premier, stufo di essere preso in giro da un presidente della Camera che ha superato i limiti del suo ruolo istituzionale. Sono convinta che anche se Fini sta creando una sorta di partito autonomo allinterno del Pdl si trovi lontano da ciò che vorrebbe la gente, lelettorato. Sono convinta che Fini resterà da solo, alla lunga. Chi ora lo sostiene ha altre mire per il futuro che sfodererà al momento opportuno.
Roberta Bartolini
Genova
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Qual è il significato per i quale uno dei due fondatori di un partito, che peraltro ricopre la terza carica dello Stato, applica una metodologia continuativa attraverso la quale dimostra vicinanza con lopposizione, totale contrasto con i cardini fissati nella creazione del partito e altresì non perde occasione per cercare di dimostrare il suo ruolo di maestrino di alunni incapaci? La ragione è solo una: questo personaggio cammina a un metro da terra, si è distaccato dalle esigenze e dai problemi della gente comune, si considera depositario della verità e del buon senso, si ritiene pronto a sostituire linsostituibile. Oppure cè qualcosa di più profondo che potremmo scoprire tra ventanni e che al momento nessuno di noi, ma forse neanche lui stesso, è in grado di decifrare e poter spiegare.
Giancarlo Marroni
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Era ora che si andasse a questa decisione. Il motivo del grande successo del presidente Berlusconi sta nella capacità di intuire il pensiero del suo elettorato che è per una rottura decisa verso chi, per calcoli personali, tradisce il mandato degli elettori.
Salvatore Sferrazza
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Ora che il presidente della Camera, Fini, è stato allontanato dal partito per il cui programma gli elettori hanno votato, ci pensino i parlamentari a sfiduciare Fini da presidente. Da tempo non è più super partes. Gli onorevoli seri di seri partiti, anche e soprattutto dellopposizione, dimostrino il loro amore per le regole e la tanto sbandierata democraticità e aiutino a sostituirlo con un presidente condiviso.
Paolo Baro
Torino
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Sono stato da sempre elettore di Fini, affascinato da questo personaggio nuovo in una destra vecchiotta. Abile nelloratoria, era bello vederlo mettere ko gli avversari con la sua dialettica. Già, la dialettica... credo che Fini abbia solo quella: a pensarci bene non ricordo un provvedimento o uniniziativa a favore del Paese. Ora però ha tradito la mia fiducia, anche perché non sopporto lingratitudine e lui ne ha da vendere, visto che sputa nel piatto che qualcun altro ha confezionato per lui. Berlusconi merita altro tipo di collaboratori e partner.
Enzo Pedullà
San Lazzaro di Savena (Bologna)
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Dopo il «fattaccio», ecco gli opinionisti di sinistra a fare i distinguo: Fini è un eroe, come mai lo cacciano? Allora non sono liberali! Come se essere liberali voglia dire essere masochisti! Tutte bischerate. È così chiaro: Fini è sempre in accordo con lopposizione, ha le stesse idee, stessa etica. E dunque frena lazione di governo, spesso la blocca, e non si capisce perché stia nel Pdl. È come avere Bersani o Di Pietro nel governo!
Cesare Maremmi
Firenze
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Era ora! LItalia sana è con il Cavaliere, ora si lavori con serenità per attuare il programma di governo.
Wladimiro Rustici
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Bravo Silvio. Non se ne poteva più. Solo una faccia di bronzo e priva del più elementare senso del pudore, dopo essere cacciato dal Pdl, può restare e presiedere la Camera. Fini vada allIsola dei famosi.
Vincenzo Ruggieri
Sarteano (Pisa)
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Se non ci fosse stato il Giornale, la melina di Fini, grazie allaiuto di quasi tutti i media, sarebbe andata avanti molto di più. Adesso il can can dei giornali e dei media di sinistra caricheranno la notizia di contorti e pirotecnici sensi. In realtà da un partito si può uscire se non si è daccordo, come ha fatto Rutelli con il Pd, e si può entrare se si concorda la linea dello stesso. Ma non si può stare dentro contestando le decisioni prese dalla maggioranza.
Davide Masi
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Mi sono trovato a una cena con gli ex compagni di liceo. Tutti eravamo compatti, allora, nel seguire Fini, ma oggi tutti, anche i più convinti, hanno voltato le spalle. Non so da chi sia stato mal consigliato, spero che non sia tutto frutto del suo pensiero: vorrebbe dire che ci ha sempre preso in giro. Nel salutare la sua fine politica lo invito a guardarsi intorno: ha visto da chi è circondato? Ha presente la pochezza politica dei suoi seguaci? Forse questa pochezza non rischia di mettere in discussione la sua leadership, ma come crede che lelettorato reagirà al suo tradimento? Unica cosa certa è che Fini è stato il più grande e forse unico errore di valutazione di Giorgio Almirante. Addio Gianfranco, non sentiremo la sua mancanza.
Claudio Coccetti
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Nella turbolenza che attraversa il Pdl, mi vengono alla mente in queste ore le valutazioni di due donne su Fini: Assunta Almirante non ha mai avuto parole di vero apprezzamento verso il delfino del marito. Negli anni ricordo solamente frasi di circostanza e a volte critiche pesanti. E non capivo il perché. Poi, come già ricordato dal Giornale giorni fa, Oriana Fallaci vaticinò lindecorosa deriva politica del presuntuoso post-fascista. Pensavo delirasse. Forse dipende dal fatto che le donne sono più intelligenti, ma è certo che le due signore avevano già capito tutto molto prima degli altri. Sia sulluomo, sia sul politico Fini. Poi, in ritardo, ma forse ancora in tempo, se nè accorto il Cavaliere.
Paolo Da Lama
Moncalieri (Torino)
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Che sia finita così mi dispiace. Confesso che in questi mesi a volte ho condiviso le prese di posizione di Fini, mentre altre non mi hanno trovato daccordo. Penso sia normale che accada. Ma nella vita di un Paese, in un periodo difficile per la crisi internazionale, certi distinguo avrebbero dovuto essere trattati diversamente, lasciando la priorità alle faccende, non poche, più importanti e urgenti. Invece Fini ha tenuto un costante atteggiamento ostile. Ricordo lincredibile «fuori onda» che, già allora, avrebbe meritato un immediato cartellino rosso.
Alida Mora
Ranica (Bergamo)
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Evviva, finalmente si è trovato il coraggio di fare chiarezza. Il «compagno» Fini dovrà adesso far seguire i fatti alle giaculatorie che recitava da un anno a questa parte e siamo tutti curiosi di vedere da che parte andrà a collocarsi. Diventerà il paladino dei giudici politicizzati e degli extracomunitari? Oppure finirà, come si spera da più parti, che finisca ingloriosamente nel dimenticatoio politico? Nella storia repubblicana solo lex presidente Scalfaro si era dimostrato «partigiano» come ha fatto Fini in questo ultimo anno.
Ruggero Bevilacqua
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Ci troviamo di fronte a un nuovo partito politico «fasciocomunista». Chi avrebbe mai pensato a una possibilità come questa? Chi avrebbe mai pensato che il Fini, sino a poco tempo fa definito una camicia nera, avrebbe indossato una camicia rosso nera? E che tra qualche anno possa diventare il capo della sinistra italiana? Roba da pazzi.
Graziano Di Benedetto
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Quello che sta facendo ridere nella vicenda Fini è lindignazione delle anime belle della sinistra (le stesse che inneggiavano a Pol Pot e Mao condividendone i metodi) per laffondo di Berlusconi e la sua intenzione di cacciarlo dal Pdl. Vogliono forse farci credere che nel glorioso Pci, nella sua caricatura attuale che è il Pd o, peggio ancora, nellaccozzaglia giustizialista dellIdv chi osa contraddire il Capo o la linea viene simpaticamente redarguito con un buffetto sulla guancia? Quelli che poi dichiarano ai quattro venti che se lex camerata dovesse staccarsi dal Cav gli darebbero ciecamente il loro voto, rientrano nei classici della comicità demenziale.
Franco Cuppo
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Avevano sperato che lon. Fini fosse non proprio il loro prossimo candidato, eventualità che li avrebbe condannati a una figuraccia nei secoli dei secoli, ma che almeno fosse leroe capace di fare quello che a loro non riesce: cacciare Berlusconi da palazzo Chigi. E invece il Pd si trova senza leader potenziale. Fini in zona Cesarini ha offerto tregua a Berlusconi e ha lasciato lamaro in bocca alla sinistra.
Vincenzo Lo Iacono
Spinea (Venezia)