«Era un progetto studiato da tempo»

Aprire una finestra e sparare all’impazzata è un comportamento solo in apparenza irrazionale. Alla base della tragedia di Guidonia c’è un progetto elaborato da tempo. Ne è convinto Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicologo.
È possibile che una persona che non abbia mai dato segni di squilibrio impazzisca all’improvviso?
«Purtroppo eventi del genere non sono rari, la mancanza di segnali spesso dipende dall’isolamento sociale e familiare di questi soggetti».
Quali sono i segni distintivi del loro carattere?
«Si tratta per lo più di persone solitarie ed eccentriche che difficilmente cercano un confronto con gli altri. In questa loro vita isolata sviluppano delle convinzioni».
Di che tipo?
«Di solito sono di tipo depressivo, si convincono che il mondo sia sull’orlo della catastrofe e che la cosa migliore da fare sia eliminare se stessi e gli altri».
Altre ossessioni?
«Ci sono anche convinzioni di tipo persecutorio. Così scatta la necessità di porre fine alla congiura, alla presa in giro».
L’obiettivo qual è?
«In primo luogo mettere in luce la propria personalità e poi porre fine alla persecuzione».
Cosa succede nella mente di queste persone?
«Si determina una specie di black out, il progetto elaborato da tempo diventa incontrollabile: a quel punto viene realizzato, si tratti di suicidio o di attentato».
Situazioni del genere sono rare?
«Rare, ma non eccezionali. La psichiatria studia proprio il raptus e il passaggio repentino da uno stato di apparente normalità alla follia».
È possibile prevedere il raptus?
«Solitamente no, in molti casi le persone non sono mai ricorse a trattamenti psichiatrici e non hanno mai mostrato sintomi evidenti. Purtroppo gli ultimi a prendere coscienza di queste situazioni sono genitori e parenti».
Ma il raptus da cosa nasce?
«Dalle convinzioni: è un progetto preparato a lungo nella mente. Cosa decreti il giorno in cui sarà realizzato dipende da molte variabili».


In qualche modo quindi la follia è razionale?
«In un certo senso sì, si sviluppa a partire da un programma».
Perché sparare contro i passanti?
«Gli sconosciuti sono un capro espiatorio: qualcuno deve pagare per tutto il male subito».

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