«Erano indebitati, lo sapevano tutti»

«Abbiamo udito distintamente, mio figlio e io, almeno quattro, cinque colpi giovedì sera. Saranno state le otto e mezza. Ci siamo guardati, poi abbiamo pensato: “Saranno ancora i botti di Capodanno”». È sconvolta la signora Giuseppina, dirimpettaia della famiglia Cerrini, anche lei come il fratello, Mauro, una degli inquilini delle 26 villette del comprensorio privato «Flowers Village» di via Sentiero del Bosco, traversa dell’Anagnina, a Grottaferrata, dove s’è consumato il duplice omicidio. «Non posso credere che Marco e Rossana siano morti in maniera tanto atroce. No, non ho visto alcun movimento sospetto intorno alla casa neppure nel pomeriggio. Questa vicenda è pazzesca». Mauro P., titolare di una gelateria a Cinecittà, racconta delle continue discussioni con Marco sullo stato di crisi del commercio: «Lui era disperato. Diceva che la concorrenza sleale lo aveva ridotto sul lastrico. Ce l’aveva pure coi cinesi e ripeteva come un ossesso che se uno voleva fare le cose legalmente, “pulite”, non riusciva a campare».
Il dottor Grasso, anch’egli residente al Flowers, conferma che Marco era stato in cura fino a poco tempo fa per un grave stato depressivo. Ansie e paure lo tormentavano periodicamente da anni, da quando la sua attività imprenditoriale, dopo un florido periodo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, si era avviata verso il declino. «Non pagavano più nemmeno il condominio - dicono i vicini -, lo sapevamo tutti che erano in difficoltà. Spesso veniva gente a reclamare qualche credito.

Per il resto, grandi lavoratori: vivevano per le loro attività, per i loro negozi». Inquietante la dichiarazione di un’altra vicina: «Una ventina di giorni fa - racconta - qualcuno è andato da loro e ha gridato che se non avressero pagato, sarebbe stata la fine».

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