Tempi durissimi per le donne di Bassora, nellIrak meridionale, che non portano il velo. Bande di fondamentalisti islamici danno la caccia a tutte quelle che osano uscire con il capo scoperto e magari truccate. Il sito web della tv al Arabiya pubblica uninchiesta dalla seconda più grande città irachena, descrivendo uno scenario da incubo per le donne che non sottostanno ai rigidi dettami della sharia imposti dalle milizie sciite.
Secondo il capo della polizia, il generale Abdul Jalil Khalaf, «in città, dopo il ritrovamento nelle strade di 40 cadaveri di donne uccise negli ultimi 5 mesi a causa del loro abbigliamento e comportamento considerato da taluni contrario allIslam, le donne vivono un autentico stato di paura».
Pronta la smentita del leader locale della corrente sadrista di Bassora, Salam al Maliki, che sfida il capo di polizia a «rendere noti i nomi delle vittime, le date del loro presunto omicidio e le modalità». «I crimini non sono stati denunciati dai familiari per timori di vendetta», replica il capo della polizia. Ma questa spiegazione non è sufficiente per al Maliki, ex ministro dei Trasporti del governo al Jaafari, che pur ammettendo lesistenza «di crimini contro le donne», accusa la polizia di «esagerare nei numeri».
Ma è lo stesso al Maliki ad ammettere, anche se parzialmente, lestensione del fenomeno quando attribuisce la caccia alle donne a improbabili «dispute tribali dovute allindisciplina di alcune rispetto ai costumi sociali, che le espongono alla morte». Secondo lui «altre donne, forse, sono state uccise per avere lavorato con le forze britanniche».
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