Esa Salonen «straordinario» alla Scala
20 Novembre 2005 - 00:00Il maestro finlandese dirige la Philarmonia Orchestra di Londra: in programma composizioni di Musorgskij, Béla Bartók e Stravinskij
Elsa Airoldi
Esa-Pekka Salonen è la prima di una schiera di bacchette nordiche approdate nelle nostre sale da concerto. Suo diretto antagonista è Jukka-Pekka Saraste al quale fu affidata linaugurazione dei Sinfonici Scala della 2004-2005. Nati entrambi a Helsinki i due hanno studiato presso lAccademia Sibelius e sono praticamente coetanei. Del 56 Saraste, è del 58 Salonen.
In comune anche lesperienza londinese. Philharmonia Orchestra per uno e Bbc Orchestra per laltro. Subito dopo, nel 61, la Norvegia avrebbe consegnato al mondo un altro direttore destinato alle prime pagine, Arlid Remmereit. Il primo a salire, tra la diffidenza generale, sul podio di Muti dopo le Idi di marzo del 2 aprile scorso. Ma fece bene è di recente è stato richiamato tanto per Gli stivaletti di Ciaikovskij (in sostituzione di Rostropovic) che per un recente sinfonico.
Quanto a Esa-Pekka Salonen, deve la maggiore notorietà presso il nostro pubblico anche per una specie di processo di italianizzazione dovuta ai corsi seguiti a Siena con Donatoni e a Milano con Castiglioni. Salonen parte con lOrchestra della Radio Finlandese, passa a quella della Radio Danese, brucia le tappe. Diventa direttore musicale a Los Angeles, merita la residenza al Festival di Salisburgo e allo Châtelet di Parigi, è al centro di un progetto Usa che coproduce con Parigi un Tristano e Isotta con la regia di Peter Sellars e organizza un Festival dei suoi lavori (Salonen è anche compositore e raffinato esperto di musica contemporanea) presentato in occasione del ventennale del debutto con la Philharmonia Orchestra di Londra.
Un fiore allocchiello è il complesso ospite questa sera al Piermarini. Si tratta di una delle più grandi compagini del mondo. Sta celebrando il sessantesimo ed è guidato per lottava stagione consecutiva dal tedesco Christoph von Dohnanyi. Vale la pena ricordare come a partire dal primo direttore principale Otto Klemperer la Philharmonia abbia messo in fila la serie più strepitosa di nomi: da Furtwängler a Strauss, da Toscanini a Karajan, da Cantelli a Giulini, da Maazel a Muti e Sinopoli
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Al suo attivo più di mille registrazioni e varie colonne sonore per cinema e tivù. Impegnativo e godibile il programma messo assieme da Salonen per la serata benefica a favore dell«Amico Charly».
Apre loriginale di Una notte sul Monte Calvo, quadro sinfonico scritto da Musorgskij nel 1867 e quindi elaborato con laggiunta di una parte corale. La versione più nota della partitura è quella riorchestrata da Rimskij-Korsakov (Pietroburgo, 1886) che, come nel Boris, ingentilisce la splendida aggressività delloriginale. Notissima e in qualche modo popolare la pagina figura pure nel singolare florilegio del film Fantasia.
Di Béla Bartók è eseguita la Suite dal balletto Il Mandarino meraviglioso (Aurel Milloss, Scala 1942). Pagina che leva il suo omaggio al canto nazionale magiaro ma vibra di forte tensione espressionista. Chiude la versione integrale (1910) dellUccello di fuoco di Stravinskij.