Escalation di rapine violente Prefettura, è quasi una resa

Fa discutere il caso-Tornatore Serra ai negozianti: «Utilizzate i vigilantes»

Escalation di rapine violente Prefettura, è quasi una resa

«Roma trema: la polizia vuole giustizia». Si potrebbe parafrasare così un noto poliziesco degli anni ’70. Dove la polizia non riesce ad arrivare, si faccia ricorso alla vigilanza privata. È stato questo il suggerimento del prefetto Achille Serra ai vertici di Confcomemrcio che lamentano un aumento dei furti e delle rapine negli esercizi commerciali del 78 per cento, negli ultimi mesi. Parole che suonano come una resa: «Nessuno si illuda che possa esserci un carabiniere o un agente in ogni strada», ha replicato Serra, smentendo il dato di Confcommercio. L’aumento di rapine nei negozi c’è stato, ma è pari al 3 per cento. Confcommercio ha ribadito la attendibilità del dato fornito, in ogni caso c’è allarme tra chi è costretto a lavorare con la minaccia continua di venire aggredito. Una guardia privata costa circa 21 euro l’ora, un onere cui i negozianti non possono fare fronte da soli, rispondono piccati. «Paghiamo le tasse - ha commetato Roberto Polidori, vicepresidente della Confcommercio di Roma - ma a fronte di quali servizi?». Nel corso del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica - l’ultimo presieduto da Serra, prima che termini il mandato - il prefetto ha annunciato di aver inviato una lettera al governatore Marrazzo, perché la Regione integri le spese a carico dei commercianti per pagare la vigilianza privata. Un servizio utile anche a scopo preventivo. E di certo ce n’è bisogno. In meno di una settimana Roma è stata teatro di tre violente aggressioni a scopo di rapina: venerdì scorso ai danni di un ciclista, che versa ancora in gravi condizioni; mercoledì una donna è stata picchiata e derubata a Colle Oppio; il giorno prima la stessa sorte era toccata al regista Giuseppe Tornatore, finito in ospedale dopo essere stato colpito alla testa da due slavi. Un’esclascation che rivela il volto di una città sempre più pericolosa. «Nei primi sei mesi di quest’anno le rapine in strada nella capitale sono aumentate del 10 per cento», a dirlo è proprio il questore di Roma, Marcello Fulvi. Non solo, sono cambiate anche le modalità con cui si eseguono furti e rapine: prima il motto del ladro era «o la borsa o la vita», ora con la prima si rischia di rimetterci anche la seconda. «I delinquenti sono diventati più aggressivi - ha commentato Fulvi -. Una volta c’era gente bravissima a scippare e a sfilare il portafoglio senza fare danni, oggi per rubare la borsetta a una vecchietta di 80 anni prima la si scaraventa a terra». A compiere questi reati sono soprattutto stranieri. «Cosiderate che su mille detenuti, almeno la metà è extracomunitario», ha commentato il prefetto, che ha annunciato anche la creazione di un gruppo di studio per esaminare il fenomeno dei venditori abusivi in città. Altro tentacolo sfuggente di quel polipo che costituisce la microcriminalità. È da escludere però che la matrice del fenomeno criminale, almeno nel centro di Roma, sia la camorra. La considerazione segue le affermazioni della segretaria dei Radicali Rita Bernardini che aveva costatato come i locali del centro fossero gestiti sempre più da persone che parlano dialetto napoletano, ipotizzando un susseguirsi di compravendite di questi esercizi, per riciclare denaro sporco.

«I tentativi di infiltrazioni in Lazio si sono verificati invece nella parte sud del litorale e hanno riguardato gli interessi di clan come i Gallace o i Morabito, nel giro di appalti pubblici. La risposta della magistratura è stata puntuale», ha commentato Serra, che ha chiosato: «Il dialetto napoletano? Il questore mi ha detto che in Questura lo parlano in tanti...».

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